Nessun legame con i Belforte: restituiti beni ai Tartaglione

di Redazione

 MARCIANISE. E’ stato depositato, lo scorso 3 novembre, il provvedimento della Corte d’Appello di Napoli che revoca la confisca dei beni disposta a Salvatore Tartaglione e ai figli Raffaele e Gaetano, i quali ritornano nel legittimo possesso dei loro beni e delle loro società.

Il provvedimento dispone, infatti, l’immediata cancellazione di ogni trascrizione pregiudizievole sui beni. Il decreto arriva a distanza di un anno esatto dalla sentenza del gup di Napoli che, nel dicembre 2011, aveva già assolto i Tartaglione dalle imputazioni loro ascritte di concorso esterno in associazione camorristica, ritenendoli legati al clan Belforte di Marcianise.E’ stato dunqueaccertato che Salvatore Tartaglione non è mai stato prestanome del clan; non ha riciclato il denaro di provenienza illecita dell’associazione camorristica; non ha avuto alcun rapporto economico o cointeressenza con i Belforte o con i loro affiliati.

Nel corso del processo, i difensori, avvocati Ernesta Siracusa, Arturo Frojo e Bruno Von Arx, hanno dimostrato che nel patrimonio delle persone fisiche, così come in quello delle società a loro facenti capo, non sono transitati denari o altri beni provenienti dal clan, fornendo così la prova dell’insussistenza di episodi di riciclaggio e reinvestimento di capitali illeciti; di intestazione fittizia e di qualsiasi altro tipo di rapporto di carattere finanziario o comunque economico con il clan, i suoi capi e i suoi affiliati.

Ernesta Siracusa, uno dei legali difensori, commenta: “La sentenza di assoluzione e da ultimo il decreto di revoca della confisca disposta in primo grado sono il risultato di un’opera minuziosa ed efficace di ricostruzione contabile e finanziaria, che ha costituito una prova granitica ed insuperabile rispetto alle allegazioni accusatorie. Rimane così accertato che Tartaglione Salvatore ed i suoi figli hanno costruito la loro forza imprenditoriale grazie al lavoro svolto lecitamente e documentato a partire dagli inizi degli anni ‘80. La storia processuale dei signori Tartaglione dimostra ancora una volta che nel territorio casertano esiste un’imprenditoria sana, solida, in grado di competere onestamente sul mercato nonostante le difficoltà variamente conseguenti alle pressioni estorsive e all’influenza violenta e prevaricatrice dei vari sodalizi camorristici”.

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