Il complesso di San Domenico cade a pezzi tra incuria e vandali

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Anche i lavori già eseguiti per trasformarlo in cittadella giudiziaria sono stati erosi dall’incuria del tempo e dalle mani dei vandali.

Decine di miliardi delle vecchie lire sono stati letteralmente buttati, sepolti in quello che una volta era lo splendido antico Palazzo di Città per poi essere adibito a biblioteca comunale e da decenni consegnato alla devastazione del tempo.

Ricordo che oltre venti anni fa iniziò lo spoglio. Ignoti, nottetempo, penetrarono in chiesa con un camion o un furgone e spogliarono letteralmente l’altare maggiore dai meravigliosi marmi policromi. Da allora … molta strada è stata fatta … dai ladri d’arte che hanno spogliato la chiesa di tutto, come dimostrano le bellissime e inequivocabili foto pubblicate in queste pagine, opera di Carmine Monaco, postate sul profilo Facebook “La casa di Anita”.

Ed è proprio questa la novità che si sta diffondendo nella nostra città. Come già avvenuto con l’ipotizzato recupero della Cassa Armonica di piazza Principe Amedeo e per l’allarme sulle condizioni dell’ospedale psichiatrico “Santa Maria Maddalena” e dell’annessa Chiesa, anche questa volta il grido di aiuto viene dal web. Sono, oramai, centinaia gli aversani che si scambiano “post” e “commenti” su Facebook. Una giusta fase di sensibilizzazione alla quale stiamo puntualmente cercando di dare una mano attraverso servizi appositi pubblicati da queste colonne.

Ma, crediamo, che si debba andare avanti cercando anche di portare nella città, nelle strade e nelle piazze di Aversa il grido di allarme e di investire le istituzioni. Come? Lo deciderà il popolo del web. Intanto, per quanto riguarda il complesso di San Domenico, la parte conventuale è di proprietà del Comune di Aversa, mentre la Chiesa, così come per il Carmine, è di proprietà del Fec, il Fondo Edifici di Culto, presso il Ministero dell’Interno.

 Ed è proprio dal sito di quest’ultimo ministero che apprendiamo come il Fec si prenda cura, ad esempio: aFirenze,Santa Croce, nella quale Giotto dipinse “Le storie della vita di San Francesco”, ed ove si trova il crocifisso ligneo di Donatello; aRoma, la chiesa diSanta Maria del Popolo, che conserva al suo interno le bellissime tele di Michelangiolo Merisi detto del Caravaggio, raffiguranti “la crocifissione di San Pietro” e “la conversione di San Paolo”; Santa Maria in Ara Coeli;Santa Francesca Romana; aNapoli, la chiesa diSanta Chiara, con lo splendido “Chiostro delle Clarisse” decorato, nel 1700, con piastrelle maiolicate raffiguranti 64 paesaggi; San Gregorio Armeno;San Domenico Maggiore; inSicilia,a Monreale,la splendida Abbazia di San Martino delle scale, e a Palermo la chiesa diSanta Maria dell’Ammiraglio, detta “La Martorana”,che conserva splendidi mosaici policromi.

Ironia della sorte, sempre su quel sito apprendiamo che: “La Direzione Centrale per l’amministrazione del Fondo Edifici Culto, che cura la gestione del Fondo Edifici di Culto (F.E.C.) provvede, con le risorse a disposizione del Fondo stesso, al finanziamento degli interventi diconservazione,manutenzione erestauro sia delle strutture architettoniche, sia delle opered’arte contenute negli stessi edifici di culto, curando anche la sicurezza del bene con l’installazione d’impianti antifurto”.

Sarà anche vero, ma perché per San Domenico tutto questo non accade? Perché una piazza, come piazza Plebiscito, dove si affacciano mirabili architetture che potrebbe fare da volano attrattivo del nostro centro storico, vede questi edifici cadere letteralmente a pezzi?

LA STORIA DELLA CHIESA tratta da Aldo Cecere, (1997),Guida di Aversa in quattro itinerari e due parti La chiesa di San Domenico fu fondata daCarlo I d’Angiònel1278e completata da suo figlioCarlo II d’Angiòe dedicata aSan Luigi IX, re dei francesi, e diventata poi San Domenico perché iDomenicanivi abitarono fino al1808. In origine presentava uno schema di grande aula rettangolare fino a quando, nel1742, l’Ordine Monasticopensò ad un radicale restauro, incaricandoFilippo Raguzzini, il quale utilizzò, per la facciata il progetto per il concorso diSan Giovanni in Laterano in Roma. Il Raguzzini inserì sulla facciata quattroedicolecon le statue diBenedetto XIIIePio V, in quelle superiori, eBenedetto XIeInnocenzo V, in quelle inferiori e sulla sommità della facciata è collocata la statua di Luigi IX. La chiesa conservava interessanti opere: ai lati dell’ingresso, due bellissimi medaglioni marmorei coi Santi Pietro e Paolo di culturamerliana; al secondo altare destro, l’Annunciazione, diFrancesco De Mura; al terzo,Resurrezione di Gesù, diFrancesco Solimena. L’arco voltato a botte dell’abside, su cui poggia un organo transennato delXVII secolo, fu ricostruito in mattoni nel1847. Nel1813il monastero passò aiMinori Osservantidella Maddalena, che vi rimasero fino al1911.

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