Stellato: “Sono un uomo di squadra che vive nella squadra”

di Redazione

Giuseppe StellatoSANTA MARIA CV. Il “caso Stellato” ha tenuto banco negli scorsi giorni. La sostituzione sub judice dello stesso con Aran in consiglio sembra aprire nuovi scenari di potere nell’amministrazione comunale.

A chiedere maggiori lumi sulle prossime “mosse”, noi di Pupia ci siamo rivolti proprio a lui. Come giudica la sentenza del Tar che ha decretato la sua esclusione dal Consiglio comunale a favore di Aran? La sentenza sostiene in breve che in conseguenza dell’apparentamento al secondo turno, essendosi apparentate solo quattro delle sei liste che mi sostenevano al primo turno, la coalizione originaria si sarebbe dissolta. Quindi per garantire il 60% dei seggi in favore della maggioranza del sindaco eletto, non si potrebbe sottrarre a questi, il seggio che sarebbe da attribuire al candidato sindaco non eletto. Questo concetto trova fondamento in due sentenze del Consiglio di Stato che pero’ non riguardano esattamente questa fattispecie. Nei casi citati, la coalizione originaria per una parte aveva appoggiato un candidato sindaco, mentre l’altra aveva appoggiato un altro candidato al ballottaggio.

Questo non le sembrerebbe essere maggiormente riconducibile al frazionamento della coalizione afferente a Mattucci? Mattucci ha avuto una coalizione più compatta e nessuno gli ha fatto ricorso contro. La valutazione della posizione viene effettuata solo quando un soggetto impugna un atto amministrativo, nel caso di Mattucci, in maniera positiva, non c’è stata crepa nel suo schieramento politico. Da parte nostra c’è stato chi, come Renato Aran, amico con cui abbiamo condiviso la campagna elettorale, ha ritenuto opportuno ricorrere al Tar per verificare se il seggio spettasse a lui o a me. Il Tar ha optato questa soluzione che io non mi sento di condividere.

Per quale motivo? In primo luogo la coalizione Stellato non si è mai dissolta. Si è ridotta di consistenza ma non dissolta perché nessuna parte della coalizione è andata a favore del centro- destra di Simoncelli. Inoltre le due liste che non hanno partecipato all’apparentamento (IdV e Sel) avendo riportato pochi voti non avevano diritto, qualunque fosse stato l’esito del ballottaggio ad un seggio e quindi, l’apparentamento risultava meno rilevante. Terzo punto io nel periodo del ballottaggio ho manifestato ampiamente, con la mia coalizione, l’adesione al progetto di Muro. Quindi, un apparentamento di 4 liste su 6 che rappresentavano il 90% dei consensi espressi con una mia esplicita dichiarazione di intenti, ritengo sia sufficiente per dire che il ragionamento fatto dal Tar sia svincolato dal caso di specie. In tal senso stiamo verificando la possibilità di un ricorso al Consiglio di Stato, non fosse altro per dare certezza alla materia.

Ci sono dunque gli estremi per la presentazione del ricorso al Consiglio? Secondo noi si. Addirittura senza apparentamento, infatti, il Consiglio di Stato con la sentenza 61/23 aveva ritenuto che fosse prevalente la prededuzione del seggio del candidato sindaco non eletto rispetto al premio di maggioranza. Con la sentenza 1159 del 2009 e successiva, il Consiglio invece, ha cambiato orientamento, ma anche qui io non ritrovo il mio caso. Il principio della dissolvenza è un principio che la legge non contempla; è un principio di intera interpretazione giurisprudenziale che nasce dalla lettura di alcune norme a favore di altre. Per questo molto probabilmente ricorreremo in appello.

Da un punto di vista della “morale politica” come giudica il comportamento di Aran? C’è stata irriconoscenza politica nei suoi confronti? Io penso che chiunque partecipi ad una campagna elettorale, partecipi per vincere e per vedere riconosciuti gli sforzi fatti. Renato Aran ha avuto con piu’ di 100 voti, anche un’affermazione personale non da poco, ed è bello e legittimo aspirare ad un seggio consiliare. Lui ha chiesto una verifica di posizione, poteva non farlo come non è stato fatto con i membri delle liste di Mattucci, ma è stata una scelta individuale. Se pero’ devo dire che non condivido o sono amareggiato, posso farlo fino ad un certo punto perché è legittimo che voglia dare un contributo diretto alla vita amministrativa. Poi sono convinto che il consigliere Aran darà un importante contributo allo schieramento che fa capo a Di Muro.

Lei aveva percepito il pericolo di estromissione dal consiglio quando è stato presentato il ricorso? Per me non c’era e non c’è principio di dissolvenza. Inoltre a me, come candidato sindaco, per volere di terzi viene precluso il diritto di elettorato passivo, estromettendomi dal Consiglio comunale.

Nella sentenza veniva anche citato il rischio per il nuovo sindaco con la prededuzione che il candidato sindaco non eletto una volta divenuto consigliere possa cambiare il proprio schieramento politico… Ma i rischi dell’apparentamento sono tutti a carico del candidato non eletto? Il candidato Di Muro ha raggiunto un’intesa politica in primo luogo con me, non con le liste. Da questa intesa è scaturita la sottoscrizione delle liste. Il problema del 60% dei seggi è conseguenza di una valutazione che il candidato sindaco va a fare. Se, nella fattispecie, il candidato al ballottaggio Di Muro decide di apparentarsi con le mie 4 liste, sa già che dovrà avere a che fare con il candidato sindaco Stellato in Consiglio.

Quale sarà il suo ruolo in amministrazione se il ricorso non dov’essere essere accettato? Si parla per lei della poltrona di vice-sindaco o di assessore … Potrebbe anche restare tutto cosi’, in quanto in ogni consesso ciascuno è utile ma quasi nessuno indispensabile. Io penso di aver dato un contributo importante alla causa locale già prima, e continuo a darlo dall’esterno. Ad esempio, anche in Provincia io mi faccio carico dei problemi dei miei concittadini, porto le istanze del sindaco e parlo con il mio gruppo consiliare. Se in un certo momento della vita amministrativa ci si rende conto che il mio contributo potrebbe essere piu’ completo nella partecipazione attiva alla gestione comunale, rientrando in un ragionamento condiviso e senza creare frizioni io non ho difficoltà alcuna. Stellato tuttavia non avanza pretese che possano scuotere la compagine amministrativa: Stellato è uomo di squadra che vive nella squadra.

Le sono già state fatte proposte in tal senso, visto l’importanza che lei ha avuto già dalla costituzione della coalizione? Abbiamo già parlato con il sindaco, non c’è nessun motivo contrario alla mia entrata in giunta. Io non impongo la mia presenza in giunta ma valuteremo con spirito di servizio la soluzione migliore.

Viste le poche decine di voti che l’hanno separato da Di Muro al primo turno ha qualche rammarico di tipo personale o politico sul suo insuccesso? Io a distanza di due anni ho fatto due campagne elettorali: presidenza della provincia 2010,candidatura a sindaco di Santa Maria nel 2011, entrambe in momenti complicati. L’esperienza provinciale cessata con De Franciscis, vedeva solo macerie ed io ho creato un’opposizione credibile. A Santa Maria io sono stato legato all’esperienza Giudicianni che a mio parere ha fatto un passaggio folle dal centro-sinistra al centro- destra. La candidatura che si paventava era quella dell’avvocato Mirra, in quanto Stellato portava in sé il” peccato” del coinvolgimento con la precedente amministrazione. Tuttavia alla fine nell’impossibilità di candidare Mirra e non volendo lasciare come a Capua il Pd senza rappresentanti, contando solo sulle mie forze si è data vita alla campagna elettorale. Si poteva fare di più, ma in due mesi il tempo era poco e la mancanza di politica con la forza del retaggio determinato dal nome da parte di Di Muro ha trovato un’espressione nelle liste civiche che hanno avuto la meglio.

Infine come politico di lungo corso,Lei cosa auspica a livello nazionale ma anche per il vituperato Sud dopo la caduta dell’attuale governo nazionale? Noi abbiamo bisogno di una riforma elettorale e per realizzarla di un governo di larghe intese. Inoltre dobbiamo dare una risposta alla lettera della Bce. Dopo saremo maturi per andare al voto. Tuttavia il “paziente Italia” va prima stabilizzato, dobbiamo ricostruire delle aggregazioni con un sistema che consenta la governabilità e che leghi al Sud la rappresentanza al territorio. Un’elezione senza tali condizioni potrebbe essere traumatica e dopo le elezioni si rischierebbe l’ ingovernabilità come e peggio di oggi.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico