“Di me, di te”, il professor Mozzillo presenta il suo romanzo

di Redazione

 ORTA DI ATELLA. Grande affluenza di pubblico, domenica 27 novembre, presso il Centro Studi “Massimo Stanzione” di Orta di Atella, per la presentazione del testo del professor Luigi Mozzillo: “Di me, di te”.

La serata è iniziata con un piccolo concerto di musica classica napoletana ed è poi proseguita con l’introduzione dell’opera da parte del presidente dell’associazione culturale ortese, dottor Zaccaria Del Prete e del relatore dottor Alessandro Di Lorenzo. Il romanzo autobiografico prende spunto dalla storia di Orta degli ultimi trent’anni. La base musicale della lirica è rappresentata dalla tragedia di San Michele, opera teatrale paesana che veniva rappresentata nel borgo di Casapuzzano dal seicento fino ai primi anni ottanta, che appare nel libro come una composizione weiliana-brechtiana e ne rappresenta lo scenario più vero ed autentico dell’Io narrante.

Il libro può essere considerato come un tentativo giornalistico-introspettivo, di chiaro stampo montanelliano, egregiamente riuscito. Spicca la figura paterna dominante attraverso l’eterno conflitto tra padre e figlio. L’incomprensione tra i due traspare sia nella diversa fede politica (le idee di un cattocomunista e quelle di un benitiano) che nella scelta personale dell’autore di legarsi ad una teologia pratica e vissuta. Traspare in tutto il suo pragmatismo la figura ermetica di un filosofo comunista che cercherà l’ amicizia del cafone di campagna e lo porterà nelle file del Pci. Alcuni dei personaggi che si incontrano nella lettura sembrano essere usciti dai film di De Crescenzo.

Ilarità e clownismo, ad esempio, sono messi in luce durante la festa del patrono casapuzzanese, quando gli attori si ubriacano e sul palco si esprimono con parole dialettali: Sire il trono troncolea! E tu lascialo troncoliare! A tutto ciò fanno da contro altare esponenti della santa Dc, che tutto ciò che sanno dire dai palchi è che vengono a prendersi il caffè a Casapuzzano, ergo amano il borgo e faranno di tutto per riabilitarlo.

L’evento che fa più scalpore è la descrizione della rivolta sociale degli abitanti di Casapuzzano nel 1991 per rivendicare la costruzione dell’impianto fognario pubblico, ancora assente in alcune parti del paese alla fine del XX secolo,il tutto condito dalla squillante voce del vecchietto che riecheggerà anche nei telegiornali nazionali con il suo grido di rivolta: e nuj non vulimm vutà! L’amore perduto, come un Paradise lost miltiano, sarà l’occasione per il personaggio del Mozzillo di liberarsi da esperienze adolescenziali, dalla pratica amorosa del dopo telegiornale, per entrare in pieno nel mondo dei grandi e nell’eterno conflitto della ricerca di un’altra metà.

E’ d’uopo ricordare che nel mese di Luglio il professor Mozzillo ha pubblicato un libricino, autentico gioiello letterario, della tragedia di San Michele, commentato e tradotto da antichi fogli scritti a mano con un calamaio pre-bellico che, insieme al dott. Alessandro di Lorenzo, ne ha fatto dono alla grande scrittrice italiana Dacia Maraini, durante il convegno sulle donne del Risorgimento tenutosi ad Alfedena.

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