Acqua pubblica, il comitato atellano chiede di votare Sì

di Redazione

 ORTA DI ATELLA. Il comitato promotore per la tutela dell’Acqua Pubblica, rappresentato dalla professoressa Mariella Natale e dalla Federconsumatori, …

… nella persona del ragionier Antonio Crispino, responsabile atellano, con la collaborazione attiva del consigliere comunale di Orta di Atella Espedito Ziello e di tanti giovani volontari del territorio, hanno deciso di intraprendere una massiccia attività di sensibilizzazione sul tema della privatizzazione dell’acqua, sul quale gli italiani saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum del 12 e 13 giugno, al fine di spingere la popolazione a votare Si al quesito numero 1 (scheda di colore Rosso) ed al quesito numero 2 (scheda di colore Giallo). Tra l’altro, il consigliere Ziello, lo scorso anno, era stato firmatario di alcune iniziative di associazioni territoriali per la raccolta di adesioni a difesa dell’Acqua Pubblica.

Ecco le ragioni del comitato: “I problemi legati all’acqua sono tanti e spaziano in diversi ambiti, da quello ambientale a quello politico, da quello economico a quello sociale. Ci troviamo, perciò, a fronteggiare una situazione che diventa sempre piu’ insostenibile, a cui nessuno però è riuscito a dare il giusto peso. Il nostro paese vive in una situazione per certi versi contraddittoria: è il paese che consuma più acqua in Europa. La disponibilità media giornaliera è di 300 litri.

Ma bisogna anche tener conto del fatto che otto milioni di italiani (soprattutto nel mezzogiorno) per tre mesi l’anno sono sotto il fabbisogno idrico minimo. Colpa di una rete d’acquedotti, dove l’età media delle tubature è di trent’anni, nei cui meandri si disperde un terzo dell’acqua potabile disponibile nel nostro paese; ma anche di una cattiva gestione delle nostre risorse idriche. La maggior parte dell’acqua utilizzabile per le attività umane è impiegata per usi agricoli, e l’Italia in questo non fa eccezione.

Per poter realmente far fronte a questo problema è dunque necessario un miglioramento nella gestione dell’acqua ma, prima di tutto una presa di coscienza collettiva della sua importanza. Secondo la ricerca Water footprints of nations (2007), ogni italiano usa in media 215 litri di acqua al giorno per bere e per lavarsi ma il consumo è 30 volte superiore se consideriamo anche l’acqua impiegata per produrre ciò che mangiamo e indossiamo. Fanno più di 6.500 litri a testa, ogni giorno. Il valore più alto al mondo dopo quello degli Stati Uniti.

La legge italiana in questo senso, sancisce che l’acqua è un bene pubblico e deve essere governato e utilizzato secondo i principi della solidarietà e del risparmio idrico, garantendo prioritariamente l’uso umano, quindi quello agricolo e poi quello industriale. Sulla scorta di questa visione globale del tema, l’obiettivo e’ quello di fermare la privatizzazione dell’Acqua come Bene Comune.

In questo senso, con il quesito n. 1 (Scheda di colore Rosso), si propone l’abrogazione dell’art.23 bis della Legge n°133/2008, così come modificata dall’articolo15 del Decreto 135/2009 (Decreto Ronchi) relativa alla privatizzazione dei servizi pubblici, compreso quello idrico. Abrogare questa norma, significa contrastare l’accelerazione sulla privatizzazione imposta dal Governo. Su questa scia, con il quesito referendario n. 2 (Scheda di colore Giallo), si propone l’abrogazione dell’Art. 154 del Decreto Legislativo n°152/2006 (Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1, che dispone che la tariffa per il servizio idrico sia determinata tenendo conto dell’’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.Abrogando quest’articolo, s’impedisce di fare profitti sull’acqua e si determina un’immediata riduzione della tariffa pagata da ogni cittadino. In realtà quella della privatizzazione dell’acqua è davvero una faccenda seria che potrebbe avere grossi effetti sulla nostra società.

La sensibilizzazione proseguirà nelle prossime ore con una campagna continua d’informazione da parte dei giovani ortesi e del comprensorio atellano.Con l’intento d’invitare ed incitare al voto i cittadini,e raggiungere il quorum tanto agognato. Inoltre si fa’ presente la disponibilità da parte dei promotori referendari locali, ad offrire informazioni maggiormente dettagliate anche a chi volesse assumere un impegno attivo e dare un contributo concreto alla causa.

Bisogna difendere un bene assoluto e indispensabile per la vita. Non si puo’ rendere l’Acqua, un bene ‘elitario’. Questo non può essere permesso. Per cui il 12 e il 13 giugno Vota Si ai due quesiti sull’argomento. Vota Si per ribadire l’importanza dell’Acqua come Bene Comune”.

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