Rione Bagno, gli “aversani doc” snobbano il referendum

di Antonio Arduino

 CESA. Se venissero confermati anche lunedì mattina i dati parziali registrati alle ore 15 di domenica sull’affluenza alle urne per il referendum sulla secessione del Rione Bagno, potrebbe esserci una vittoria a mani basse per Cesa.

Perchè, contrariamente a quanto previsto da tanti, non sono i numeri che fanno la differenza ma la volontà di cambiare. Così potrebbe non essere stato sufficiente il rapporto di forza elettorale nettamente a favore di Aversa, creato dalla grossa differenza di aventi diritto al voto, a tenere legati alla città di Cimarosa i circa 1300 cittadini anagraficamente aversani ma di fatto residenti a Cesa.

Qualunque sia il risultato finale, in termini di affluenza, ai seggi collocati nel liceo “Fermi” di Aversa, dove votano tutti i residenti del Rione Bagno, alle ore 15 si sono portati oltre un centinaio di elettori, all’ex Istituto magistrale (6000 iscritti negli elenchi degli otti seggi presenti) appena in venti e ancora meno nei seggi della scuola “De Curtis”.

Sono dati, ovviamente parziali, che lasciano ipotizzare uno scarsissimo interesse ad esprimersi degli “aversani doc”. Considerando che il referendum sarà valido qualunque sia il numero dei votanti e che di sicuro almeno chi ha chiesto il referendum dovrebbe avere raggiunto il seggio per esprime il suo Sì alla annessione a Cesa, per questi ultimi il gioco dovrebbe essere fatto. Segnalando in maniera ufficiale agli amministratori municipali che per i cittadini esistono si doveri ma anche diritti che i residenti del Rione Bagno sostengono di non aver mai visto rispettati.

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