Zone Franche Urbane: “Sono legge dello Stato”

di Redazione

 MONDRAGONE. Riceviamo e pubblichiamo una nota del Center Office delle Zone Franche Urbane che smentisce la presunta “morte” delle stesse Zfu.

Da un po’ di giorni a questa parte, stiamo assistendo ad un killeraggio giornalistico sul tema delle Zone Franche Urbane. Non c’è politico di turno, di questa o quella città che, per spocchia cittadina e/o nella totale ignoranza delle vicende legislative, molte volte sottaciuta o intenzionalmente voluta, non cancelli dai giornali, dai blog, da internet l’esistenza delle zone franche urbane.

Eppure, per chi fa informazione, ricorrerebbe l’obbligo deontologico di non fuorviare (per ciò che è possibile) un dato di fatto; in questo caso specifico, esso consisterebbe nel dire doverosamente che le zfu italiane sono vive e vegete, che non hanno subito al momento alcuna cancellazione né di norma, né di fatto. O, forse, sarà che come diceva Luca Goldoni nel suo ultimo libro, “Asino che sei”, c’è da guadagnarci anche a scrivere …”!? La parola è un’arma che, quando non verificata e calibrata, provoca molte false verità e altrettante false convinzioni.

Da quale testo legislativo o decreto dell’ ultim’ora, si può evincere una considerazione tanto disfattista in merito alle zone franche? La legge sulle Zfu è stata fortemente voluta, pensata e basata sul principio positivo delle “agevolazioni” fiscali e contributive, laddove il meccanismo dell’automatismo (che garantisce snellimento di procedura e democrazia intrinseca) stava e sta, prioritariamente, alla base del progetto sperimentale delle zone franche italiane. Una situazione oggettiva dei fatti che, insomma, per quanto ci riguarda è lungi dall’essere come viene, a più voci ( per di più prive dei titoli per farlo) e senza i dovuti approfondimenti del caso, declamata. Le Zone Franche italiane (istituite con legge n. 244/2007, i cui sgravi /agevolazioni sono riconosciuti dal decreto del lavoro del 1 gennaio 2009, etc.) non sono state in alcun modo abolite.

C’è solo, da parte dell’Anci e dei cittadini interessati (come riportato, ad esempio, dal Comunicato Stampa della Giunta del Comune di Napoli in data 14/07/2010), “… un’unanime convergenza sulla necessità di non vedere trasformati gli incentivi automatici, fiscali e contributivi, in contributi alle imprese… (omissis) … tra l’altro, va ricordato che questo sistema di incentivi, configurandosi come aiuti di stato, è stato oggetto di un percorso lungo e complesso di approvazione da parte della Commissione Europea e che, rimetterne oggi in discussione l’impianto, espone al rischio di dover ripartire daccapo con le verifiche a livello europeo”. Tutto resta in vigore in materia di agevolazioni; la manovra fiscale che ha ricevuto, alcuni giorni addietro, il sì del senato, introduce di nuovo solo la “possibilità” eventuale e tutta da definire, accanto alle preesistenti ZFU, di Zone a Burocrazia Zero (Art. 43 dell’ultima manovra finanziaria).

Il 13 luglio 2010, la discussione in Senato relativa agli emendamenti del famigerato e tanto controverso art.43 (Istituzione delle Zone a Burocrazia Zero); esito della seduta: respinti tutti gli emendamenti all’articolo citato. Rileggiamo brevemente un passaggio dell’articolo di legge: “… nel Meridione d’Italia possono essere istituite zone a burocrazia zero….”. Trattasi di periodo “ipotetico” ( al massimo vagamente possibilistico) e non “perentorio” per l’eventuale battesimo di qualche zbz/zfu. Certo, sarebbe stato molto meglio lasciare le cose come erano riguardo alle ZFU e, per questo, ci sia consentita, un’altra citazione dotta: “… l’esperienza contemporanea, del diritto di oggi che nega quello di ieri sera ed è negato da quello di domani mattina….” (si riveda un altro passo di Bruno Leoni). Legge n.296/2006, legge n.244/2007 sulle zfu, decreto milleproroghe, decreto del lavoro del 1 dic. 2009, ed ora… le ZBZ…. Ovvero, la tentazione irrefrenabile alla “complicazione parlamentare ad ogni costo”nella consapevolezza del dato di fatto “…delle duemila leggi fabbricate ogni anno da cinquecento persone nel nostro o in altri paesi, senza che la maggior parte dei cittadini ne conosca neppure l’esistenza; e il carattere evidentemente effimero di molta attività legislativa ….” (Bruno Leoni, studioso liberale italiano e filosofo del diritto). Mescolare norme pregresse, date agli atti, oramai in corso di applicazione, con norme ancora e tutte da definire, e demandarne così l’efficacia e l’applicazione a quel subdolo gioco di tempi e modi incerti sa di errato. Dall’art. 43, si legge ancora: “qualora vi sia coincidenza territoriale tra la zona a burocrazia zero e una delle zone franche urbane …”, il peggio che può succedere alla città di zfu anche zbz è che la gestione delle risorse finanziarie diventi faccenda del sindaco territorialmente competente. Se per dimostrare l’esistenza in corso di qualcosa si abbisogna della nascita di un’altra, allora che ben venga la nuova nata.

La “coincidenza”, per suo significato etimologico intrinseco, indica la corrispondenza almeno tra due, se non più, termini di paragone. Se la zbz deve proprio coincidere significa che deve farlo con qualcuno: una zfu. Perché, in definitiva, nulla di attivo può corrispondere a qualcosa che di attivo non lo è o non più. Ciò che rammarica sono i cumuli di carta a rallentare procedure legislative ed applicazioni di legge, spesso a contraddirle, a depotenziarle, a screditarle. Il tutto, sotto l’occhio attento della Comunità Europea, che lascia fare… poi bacchetta e riporta all’ordine.

Questo rincorrersi di “norme mangia norme “rende tristemente più facile, sempre riprendendo Leoni, “l’impossibilità di fare piani a lunga scadenza in cui possa rientrare, come oggetto di previsione, la costanza delle regole giuridiche”; e pensare che, in pratica, le zone franche sono nate godendo di vita propria, autonoma e svincolata da altre procedure parallele, affrontando un percorso tortuoso, ricco di ostacoli e difficoltà ma che alla fine ha raggiunto (almeno in teoria) il suo tanto agognato lido: essere legge di Stato (L. 244/2007).

E, allora, perché parlare di esequie alle zone franche? Oppure di morte prematura di giovane legge dal breve o quasi nullo vissuto? Dal battesimo alle esequie c’è il lasso di tempo di un percorso che può e deve essere lungo, fattivo e produttivo. Ma per farlo un percorso deve esserci prima un inizio. Lasciamole iniziare in santa pace queste zone franche. Le zfu hanno un futuro, che né zbz, né ultim’ore del momento potranno mai davvero in fondo togliere loro, al di là di chilleraggi mediatici di turno o penosa disinformazione.

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