“Innamerica”, lettere degli emigrati di Sessa Aurunca

di Redazione

 SESSA AURUNCA.Presentato nel Salone dei Quadri del Palazzo di Città il volume “Innamerica – Le lettere degli emigrati di Sessa Aurunca ai loro familiari (1917-1941)”, curato da Pasquale Cominale.

Pubblicato dall’editore Loffredo di Napoli, il volume è stato incluso nella prestigiosa collana che affianca la rivista «Critica letteraria», autorevole ed importante periodico dell’Istituto di Filologia moderna dell’Università Federico II di Napoli: sarà distribuito, pertanto, presso i più importanti Dipartimenti di Italianistica, in Italia e nel mondo, nonché destinato alle Biblioteche più rilevanti, nazionali, locali ed estere.

Alla presentazione del libro, alla quale ha partecipato un folto pubblico, interessato ed attento, sono intervenuti, soffermandosi, con competenza ed accuratezza, sugli aspetti sociologici, storici e linguistici dei testi: Nicola De Blasi, professore di Linguistica italiana dell’Università Federico II di Napoli; Antonio Grella, professore emerito ed ex Rettore della Seconda Università di Napoli; Silvano Franco, professore di Storia contemporanea dell’Università di Cassino; Raffaele Giglio, professore di Letteratura italiana dell’Università Federico II di Napoli.

Le 126 lettere riportate in “Innamerica”, ritrovate da Cominale nell’Archivio del Comune di Sessa Aurunca, scritte, tra il 1917 ed il 1941, da cittadini sessani emigrati nelle Americhe, ed indirizzate ai familiari, sono state diligentemente trascritte ed acutamente annotate dal curatore, che nel suo intervento, ha sottolineato quanto il racconto di quelle vite “di scarto”, di quelle vite ordinarie e marginali – le vite di quanti andavano cercando, ieri, vanno cercando, oggi, “un’esistenza meno precaria, più fortunata, o, forse, semplicemente più umana” –, possano diventare, in questa nostra società sempre più multirazziale e, spesso, intollerante, un’occasione per “meditare” e “condividere” l’amaro destino di tanti uomini, di quelli che erano, ieri, e sono, oggi, gli “ultimi” della terra. Un volume, insomma, la cui lettura dovrebbe far tentennare tanti luoghi comuni, tante certezze e, spesso, tante inimicizie ed ostilità; circa 300 pagine che, raccontando storie “modeste” ed “insignificanti”, dovrebbero aprire i cuori alla comprensione, alla generosità, alla solidarietà.

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