Gli “affari” dei Casalesi a Modena: altri 5 arresti

di Redazione

 MODENA. Un gruppo camorristico formato da 5 persone e collegato al clan dei Casalesi è stato arrestato a Modena.

L’operazione “Medusa” ha permesso di scoprire l’organizzazione che operava da più di 20 anni nella città emiliana e riconducibile al figlio del capo indiscusso del clan casertano, Francesco Schiavone detto “Sandokan”. Le accuse sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, rapine, lesioni e reati in materia di armi.Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati due circoli privati.

Si tratta della seconda e conclusiva parte della vasta operazione anticrimineche il 9 marzo scorsoaveva portato all’arresto di tre presunti collaboratori del clan e di due guardie penitenziarie, in servizio nel carcere Sant’Anna. Gli arresti in carcere sono stati eseguiti a Trapani, Bologna, Como, Vercelli e Santa Maria Capua Vetere.

Destinatari dei provvedimenti sono Pasquale Ciocia, detto “Brufolone” o “‘O ‘mpirciato”, 47 anni di Trentola Ducenta; Nicola Nappa, detto “Nik Nak”, napoletano di 42 anni; Antonio Noviello, detto “Appicciastocchia”, 34 anni di Casal di Principe; il fratello di quest’ultimo, Vincenzo Noviello, 41 anni, nato in Inghilterra; e Antonio Pagano, detto “Pettulone”, 41 anni di San Cipriano d’Aversa.

Pasquale Ciocia era già stato arrestato nel 2003, insieme ad altri 20 affiliati in quanto destinatario di ordinanza cautelare emessa dall’Ufficio del Gip di Napoli per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione ed usura. Nel mese di gennaio del 2005 era stato vittima di un agguato di camorra nel corso del quale era riuscito a salvarsi la vita, nonostante i numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi contro di lui.

Nicola Nappa risulta presente sul territorio modenese gia’ dagli inizi degli anni 90. Nel maggio del 1991, nell’ambito di alcuni contrasti in seno al clan (in particolare tra il gruppo Iovine-Schiavone ed il gruppo De Falco), nel tentativo di eliminare Vincenzo Maisto, Nappa fece parte del commando composto anche da altri affiliati che ingaggiò a Modena, in via Benedetto Marcello, un violento conflitto a fuoco che culminò poi con il ferimento e successivo arresto di Maisto e di Francesco Biondino. Tale vicenda confluiva nel procedimento penale della Dda di Bologna relativo all’operazione “Zeus” (condotto e concluso dalla Squadra Mobile di Modena) e, nel gennaio 2003, consentiva al Tribunale di Modena di condannare numerosi esponenti del clan dei Casalesi per il reato di estorsione aggravata dalla partecipazione ad associazione di stampo camorristico, tra cui lo stesso Nappa alla pena di anni 7 di reclusione. Nell’aprile del 2006, inoltre, con altri malviventi venne raggiunto dal decreto di fermo del Pubblico Ministero della Procura di Napoli per i reati di estorsione tentata e consumata nonché per detenzione e porto di armi in luogo pubblico. E’ attualmente considerato uomo di fiducia per la provincia di Modena del boss Raffaele Diana detto “Rafilotto”.

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