Concluso il Workshop al Liceo “Quercia”

di Redazione

LivingMARCIANISE. Grande successo al Liceo “Quercia” di Marcianise, per il laboratorio teatrale newyorchese.

Ad accogliere i tanto attesi, artisti, ospiti dell’evento, Pina Farina, Presidente dell’Associazione “Noi voci di donne”, che ha ideato, promosso e organizzato una delle tappe culturali più ambiziose, che rappresenta la punta, di un processo di teatro contemporaneo, diverso dal solito, dando così la possibilità, per la prima volta a Caserta, di realizzare un’esposizione completa della straordinaria tecnica del Living Theatre, gruppo di teatro sperimentale e d’avanguardia, che ha sovvertito non solo il linguaggio teatrale ma anche i confini tra le diverse arti. Il Dirigente scolastico del Liceo, Diamante Marotta, esprimendo tutta la sua gratitudine, ha presentato con elogi e ringraziamenti, gli artisti presenti, Gary Brackett del “Living Teatre” di New York, Julia Felippo e Sergio Mari del “Living Europa”, e a tanti altri collaboratori, ha spiegando, le ragioni di questa immediata apertura e ospitalità da parte del suo Istituto, dicendo: “Non potevamo non raccogliere, l’invito della Presidente di “Noi voci di Donne” Pina Farina, di ospitare nel nostro Istituto, un evento così singolare, una occasione, che ancora una volta ha dato la possibilità ai nostri allievi di interfacciarsi non solo con l’altro mondo del teatro, ma di mettersi sempre più a confronto con culture diverse. Il concetto di integrazione, di tolleranza, solidarietà diventano un impegno urgente e deve essere discusso e approfonditi alla luce dei nuovi fenomeni interculturali”. Accolti con grande affetto, e il Preside della Scuola Madia “Cavour” di Marcianise Giuseppe Serino, che ha accompagnato un suo nutrito gruppo di alunni, e gli allievi del ITIS “Giordani” di Caserta,con docenti e responsabili. Costante la presenza del Professor Domenico Ferraro al laboratorio teatrale, che ha seguito con grande attenzione, l’interesse che mostravano gli allievi del Liceo “Quercia”, nell’apprendere nozioni importantissime. Il laboratorio diretto dal grande artista Gary Brackett, si è aperto con una presentazione della storia del living, e della tecnica di creazione collettiva, unita ad altre tecniche teatrali, adottate e sviluppate dalla compagnia: la biomeccanica di Mejerchold, l’idea di Antonin Artaud, il “non fictional acting” elaborato dal Living, l’espressione corporea corale e il teatro politico di Piscator e Brecht. I partecipanti hanno lavorato sulla formazione dell’attore-ricercatore, facendo partecipe, tutte le proprie risorse fisiche, affettive e spirituali, utilizzando anche tecniche di rilassamento e di sperimentazione relazionale. Il lavoro di gruppo nel laboratorio si è sviluppato attraverso discussioni, dimostrazioni pratiche ed esercizi, sviluppando delle performance, tratte dalla ricerca su una qualsiasi idea base, che possono riguardare la specificità di un luogo e particolari esigenze di una comunità. Grande attenzione si è riversata, sulla tecnica “Biomeccamica”, molto utilizzata dagli artisti del Living. L’esperto di questa tecnica, Gary Brackett sostiene: la biomeccanica è un metodo, una disciplina teatrale interessante e particolare, attraverso la biomeccanica, l’addestramento e la legge di assurdi rituali di precisione, si ottiene un programmato adattamento che permette di superare i loro naturali rimorsi umanitari. La Presidente dell’Associazione promotrice , Pina Farina, si dice, soddisfatta e orgogliosa del risultato ottenuto, sostenendo: “Abbiamo portato a Caserta un pezzo di storia del teatro contemporaneo del 900, oggi, in qualunque città si voglia fare cinema o teatro, si deve spaziare , in un teatro, che scuota le anime e che le porti a chiedersi in che mondo siamo, e quali sono gli altri mondi nei quali si può e si deve andare, anche solo per ossigenare il cervello, bisogna pensare ad altri processi, senza per questo rinnegare il passato, e non perdere e permettere che si perda la documentazione. Oggi si deve proiettare su un teatro, diretto e immediato come musica, uno spettacolo pieno di una certa poesia del “reale”: di consapevolezza del tempo, della relazione spaziale, dei contrasti, degli enigmi, delle domande, dei problemi, dei dilemmi e degli affanni del volo dell’immaginazione. Si deve costruire e promuovere, uno spettacolo che si presenti come una scultura, tagliando via il superfluo per realizzare il dramma essenziale”.

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