Scuola, drappo nero al balcone e lutto al braccio per i precari

di Redazione

il ministro GelminiDi precari del mondo della Scuola, ormai una categoria in via di rapida espansione, se ne contano solo per questo anno scolastico circa 200.000 tra docenti ed Ata. Ora propongono il lutto contro i tagli al mondo della scuola, perché “sta morendo la scuola italiana”.

L’invito è rivolto anche a docenti, studenti e genitori, presentarsi tutti con il lutto al braccio, almeno il primo giorno di scuola e esporre sui balconi il drappo nero. La chiusura delle scuole con meno di 600 alunni, la restaurazione del maestro unico alle elementari, la riduzione delle ore scolastiche, il ricorso a classi iperaffollate, la soppressione di cattedre, supplenze ed insegnanti di sostegno, sono l’altra faccia della medaglia di una “riforma” scolastica, che di nuovo non ha proprio nulla. Nei prossimi tre anni assisteremo ad un taglio di 87mila cattedre e di ben 42.500 posti nel personale Ata, quindi alle soglie del 2012 ci dovremmo ritrovare con circa 120mila posti in meno nella scuola, che cosa andrà a fare tutta questa gente che per anni ha lavorato per far parte di questo mondo?

L’ulteriore motivo di “vergogna” è la proposta di Legge n.997 che ha presentato il senatore della Lega, Pittoni, “Nuove norme per il reclutamento regionale del personale docente”. Proposta che nelle ultime ore è piaciuta, molto, al ministro Gelmini.

Ma vediamo da vicino di che cosa si tratta. La forza lavoro di insegnanti al nord Italia è rappresentata, a quanto dicono, per i 2/3 da insegnanti del sud, questo dato non scende proprio giù ai signori del nord. Ora la Maria Stella Gelmini viene allo scoperto con un suo articolo su “La Padania”, anche lei si dice favorevole a frenare “l’invasione” degli insegnanti del sud”. “Credo che la proposta contenga spunti molto interessanti”, questo quanto dichiarato dalla ministra in merito alla proposta di Legge. Fa estrema paura il titolo su “Nuove norme per il reclutamento del personale docente”, già depositato da una quindicina di giorni in Commissione Pubblica Istruzione del Senato. L’obiettivo finale è quello dichiarato di “avere insegnanti della propria regione, e quindi con una conoscenza specifica di storia, cultura, valori e d economia del territorio, adeguatamente selezionati in base a capacità e preparazione, nelle scuole di primo e secondo grado”. In tal modo si pensa anche di risolvere il problema delle migrazioni di insegnanti che ogni anno passano dal nord al sud, anche se sui dati di 200mila docenti in viaggio, qualche legittimo dubbio sorge. Finalità principale è creare Albi regionali per insegnanti, l’accesso sarà vincolato dalla residenza in Regione, con un primo test di ingresso all’Albo, che non tiene conto di titoli ed esperienze.

Il senatore Pittoni, candidamente, ci spiega anche perché questo test di ingresso sia necessario: “Si rende necessario, per le differenze nella valutazione del grado di preparazione degli studenti a seconda dell’area del paese in cui ci si trova. Differenze territoriali che sono certificate dall’Ocse e da almeno altre sei ricerche sull’argomento, secondo cui una media dell’8 in una scuola del sud Italia, equivale a una media del 5 nella stessa scuola del nord. Palese discriminazione a danno dei ragazzi settentrionali”.

Naturalmente, Pittoni prevede anche selezioni per i dirigenti, cioè i vecchi presidi, che dovranno essere scelti più per merito che per anzianità, anche in questo caso saranno previste quote regionali. Se questo non fosse l’anno 2008, ci sarebbe veramente da credere di trovarci in piena era nazista, in uno stato (il nostro?) che non ci appartiene.

Speriamo solo che gli “altri” e cioè sia quelli di maggioranza, che di opposizione che ancora si sentono “italiani al 100%”, facciano sentire la propria voce, prima che sia troppo tardi.

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