Fini: “La destra deve riconoscersi nell’antifascismo”

di Antonio Taglialatela

Gianfranco Fini ROMA. Dalla festa nazionale di Azione Giovani, Atreju ’08, il presidente della Camera Gianfranco Fini interviene nella polemica sul fascismo e sentenzia: “Chi è democratico è a pieno titolo antifascista e la destra deve riconoscersi nei valori dell’antifascismo”.

Sulle dichiarazioni riguardanti la Repubblica di Salò, rilasciate nei giorni scorsi dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, Fini ha commentato: “I resistenti stavano dalla parte giusta, i repubblichini dalla parte sbagliata”. Parole che hanno scatenato la contestazione dei presenti, uno dei quali ha gridato: “Sei stato chiaro ma non coerente, presidente”. Fini ha poi sottolineato: “A Salò c’è stata buona fede, riconoscerla è in molti casi doveroso ma è altrettanto doveroso dire che non si può equiparare chi stava da una parte e dall’altra. Onestà storica e compito di una destra che vuole fare i conti con il passato è dire che non è equivalente chi combatteva per una parte giusta e chi, fatta salva la buona fede, combatteva dalla parte sbagliata. La destra deve ribadirlo in ogni circostanza non per archiviarlo ma per costruire una memoria che consenta al nostro popolo di andare avanti”.

Da qui l’invito ai giovani della destra italiana: “Devono senza ambiguità dire alto e forte che si riconoscono in alcuni valori della nostra Costituzione, come libertà, uguaglianza e solidarietà o giustizia sociale. Sono tre valori che hanno guidato il cammino politico e ribadire che la destra vi si riconosce è un atto doveroso”. “Se in Italia – ha continuato la terza carica dello Stato – non è stato così agevole, è perché non c’è stata una destra in grado di dire che ci riconosciamo in pieno nei valori antifascisti”.

Pur non facendone il nome, il leader di An ha commentato il pensiero del sindaco di Roma Gianni Alemanno, secondo il quale “il fascismo non fu un male assoluto” ma soltanto le leggi razziali. “Quando ci si confronta con la storia – ha detto Fini – serve la consapevolezza che un periodo storico va giudicato nel suo complesso, e il giudizio complessivo da parte della destra del periodo del fascismo storico, dal 1922 al 1945 deve essere negativo, in ragione della limitazione e poi della soppressione della libertà. Non possiamo prescindere dai dati storici, il passato non lo possiamo né ignorare, né mistificare”.

Per il presidente della Camera non solo le leggi razziali furono un male del fascismo, ma anche “la soppressione della libertà, la negazione dell’uguaglianza e infine la dichiarazione della guerra, una catastrofe che i nostri padri non hanno dimenticato”.

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