Effetto serra, Bush dice no ai tagli alle emissioni

di Redazione

George W. Bush Il presidente americano George W. Bush ha respinto l’ipotesi, avanzata dal ministero dell’ambiente di Washington, di imporre un tetto alle emissioni in atmosfera di gas responsabili per l’effetto serra.

Questo perché, secondo la Casa Bianca, si produrrebbe un taglio eccessivo di posti di lavoro negli Stati Uniti. In questo modo il governo degli Stati Uniti, unico dei Paesi del G8 ad opporsi al trattato di Kyoto sull’emergenza climatica, ha dato la “patata bollente” al prossimo presidente che sarà eletto a novembre. La Casa Bianca cita un rapporto dell’agenzia federale, secondo cui l’effetto serra non costituirebbe una minaccia per la salute pubblica, in contraddizione con valutazioni fatte in precedenza. Eppure, durante l’ultimo G8 di Tokayo, in Giappone, Bush ha firmato una dichiarazione comune che ipotizza la riduzione del 50% delle emissioni di gas serra entro il 2050. Il ministero dell’ambiente americano ha illustrato diverse ipotesi per ridurre le emissioni inquinanti di automobili, imbarcazioni, reti ferroviarie, centrali elettriche, industrie e raffinerie. Ipotesi che, però, trovano un muro innalzato dai ministeri di agricoltura, commercio, energia e trasporti, oltre che quello della stessa Casa Bianca.

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