Elezioni, è “amore” tra Silvio e Walter

di Redazione

Non ci sono più dubbi. Walter Veltroni e Silvio Berlusconi appaiono sempre più destinati ad essere vicini, nel “Dopofestival elettorale”.

Tutto fa pensare, infatti, che dopo le elezioni i due “piccioncini” coroneranno il loro sogno d’amore. Casini, dal suo probabile 5-6% sta a guardare, benedicendo i due “contendenti”. Che si voglia chiamare “larga intesa” o “accordo per il varo delle riforme” poco importa. Non c’è un commentatore politico che sollevi un minimo dubbio sul cosa faranno il Partito Democratico e il Popolo delle Libertà il giorno successivo le elezioni. In questa prima fase della campagna elettorale appare fin troppo evidente l’esistenza di un accordo sotterraneo tra quelli che dovrebbero essere, invece, opposti schieramenti. Le ultime conferme non lasciano dubbi. Il presidente del Senato Marini, ai microfoni della radio nazionale, ha evidenziato la necessità di varare le riforme istituzionali e la nuova legge elettorale di comune accordo con il centrodestra. Il Berlusconi, per non essere da meno, ad ogni occasione che gli si presenti, attacca ferocemente l’Udc, sorvolando allegramente sulle “malefatte” del Partito democratico. L’ex presidente del Consiglio non perde occasione per rinnovare l’invito a tutti quelli che non sono intenzionati ad appoggiare il Popolo delle Libertà a votare per Veltroni invece che per Casini. Nel contempo il “Walterone” si guarda bene dal suggerire la stessa “manovrina” agli elettori del centrosinistra, sapendo benissimo quale potrebbe essere la loro reazione: una valanga d’improperi. L’unica posizione chiara di Veltroni, per il momento, è quella di ignorare la Sinistra Arcobaleno, riconoscendo, di fatto, come unico interlocutore il Berlusca. Qualcosa o qualcuno, però, potrebbe far saltare il “Matrimonio Segreto”, come direbbe il Cimarosa: se la differenza di voti tra i due schieramenti sarà superiore al dieci/dodici per cento, difficilmente gli animi non si surriscalderanno e l’accordo sarà mantenuto. Al momento, quest’ipotesi, però, resta tale, perché tutti i sondaggi mostrano una riduzione della distanza che separa il Pd dal Pdl. Gli ultimi dati farebbero pensare ad una rimonta del Pd, con un distacco non superiore al 6-7 per cento. In tutta questa “sinfonia” d’accordi pre-elettorali gli altri schieramenti sembrano scomparsi. Bertinotti si è lamentato pubblicamente dell’indebolimento democratico del Paese atteso questo strano accordo tra il Pd-Pdl. Boselli fa capolino tra le pagine dei più importanti quotidiani nazionali, ma non sembra in grado di conquistare neanche un seggio in Senato. Casini, da parte sua, non ha perso la speranza di ricoprire il ruolo del terzo incomodo. In queste ore è intento, infatti, a sondare il terreno per capire quante siano, concretamente, le possibilità di inserirsi, dopo lo spoglio dei voti, nell’inciucio tra Berlusconi e Veltroni. Al momento non sembrerebbero esserci spazi di manovra. Ma in politica nulla è sicuro. Staremo a vedere.

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