Sant’Angelo d’Alife: L’acqua non è contaminata

di Redazione

AcquedottoSANT’ANGELO D’ALIFE. I risultati delle analisi effettuate congiuntamente dall’Arpac e dalla Asl, sui campioni di acqua prelevati dalle falde acquifere in località Sant’Antonio e resi noti nel primo pomeriggio di ieri, sembrerebbero aver abbassato, anche se di poco, la soglia di allarme che, nell’ultima settimana, ha tenuto col fiato sospeso i cittadini di Sant’Angelo d’Alife e l’intera amministrazione comunale.

SantAngelo dAlifeIl responso dei laboratori, che hanno esaminato le campionature dei tre pozzi esistenti sulla falda, ha dato infatti esito positivo soltanto per il primo di essi, dove il livello totale di policloruro bifenile, la pericolosa sostanza chimica simile alla diossina, si è attestato sul valore di 0,013 microgrammi per litro. Negli altri due pozzi invece, i livelli di pcb sono risultati inferiori al limite di rilevabilità di 0,001 microgrammi per litro, rientrando, quindi, nella norma. «I risultati – ha commentato ieri il sindaco Salvatore Bucci -, impegnato fino a tarda sera nella riunione della piccola unità di crisi costituita in Comune, ci permettono di scongiurare l’adozione di ulteriori provvedimenti d’urgenza, come l’inibizione dell’uso dell’acqua anche per il semplice scarico dei wc, ma il livello di attenzione resta comunque altissimo. In realtà – ha aggiunto – il livello di 0.024 milligrammi, riscontrato dagli esami della scorsa settimana, si riferiva ai carotaggi effettuati sul terreno immediatamente adiacente la cabina di trasformazione dell’Enel dove si è verificato l’incidente. Considerando, quindi, che i pozzi in questione si trovano ad una ventina di metri di distanza, potremmo ipotizzare che, alla luce dei nuovi risultati, la propagazione delle sostanze chimiche verso la falda acquifera è appena cominciata, quindi tutto lascerebbe immaginare che nelle condotte idriche vere e proprie non vi sia mai stata traccia di alcuna sostanza chimica. Ma tutto ciò, chiaramente, sarà oggetto di uno specifico studio geologico che intendiamo realizzare per fare ulteriore chiarezza sull’accaduto».

Video dell’allarme

Solo uno studio ad hoc, dunque, permetterà di sapere se la falda sarà resa definitivamente inutilizzabile anche in presenza di una bonifica generale de suoli. Intanto, in attesa di un ritorno alla normalità con l’allacciamento dell’acquedotto comunale alle sorgenti del Maretto, l’Enel ha diramato ieri un comunicato nel quale si precisano tutti gli aspetti della vicenda: «Nel luglio 2005 – si legge sulla nota – a causa della rottura di un trasformatore colpito da un fulmine, vennero immediatamente attuate tutte le procedure previste dalla normativa vigente per la messa in sicurezza dell’area. In particolare, venne tempestivamente effettuata l’asportazione sia dello strato superficiale del suolo, per 7.260 kg di terreno, sia del materiale assorbente che era stato utilizzato sul sito per i primi interventi di emergenza. Enel, inoltre, attenendosi a quanto stabilito dalle normative, ha effettuato insieme all’Arpac analisi sui campioni di terreno e sui campioni di suolo superficiale, che non sono risultati contaminati. Altri campioni prelevati dall’Arpac, non direttamente dalla falda che alimenta l’acquedotto comunale, ma da un pozzetto di controllo hanno, invece, evidenziato un certo grado di contaminazione». E sempre nella giornata di ieri, l’assessore regionale all’ambiente Luigi Nocera ha rassicurato personalmente la giunta comunale e la popolazione residente, in merito ai lavori straordinari da porre in essere con estrema urgenza: «La Regione – ha detto Nocera – si è già mobilitata, attraverso l’agenzia regionale di protezione ambientale, per la costruzione di una nuova condotta, lunga circa quattro chilometri, che potrà essere realizzata nell’arco di 20 giorni, mentre sono già in programma nuove trivellazioni per la creazione di 15 pozzi».

Il mattino (GIANFRANCESCO D’ANDREA)

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