Appello di De Franciscis, è bufera nell’Ulivo

di Redazione

Sandro De franciscisCASERTA. Ha avuto un effetto dirompente, e in tutti i sensi. L’unica cosa che non si può dire, infatti, dell’appello a Ds e Margherita lanciato ieri dal presidente della Provincia, Sandro de Franciscis, in qualità di candidato alla segreteria regionale del Pd è che sia passato inosservato.

E se dalla corrente della Quercia che fa capo a Pascarella e a Ucciero è arrivata immediatamente una risposta positiva all’invito a schierarsi per il casertano che si affaccia nello scenario campano della nuova formazione, i vertici di via Maielli e dei Dl hanno reagito con estrema durezza. De Franciscis giovedì aveva invitato il segretario della Margherita Pierino Squeglia e quello dei Ds Ubaldo Greco a un colloquio. All’incontro, che è avvenuto nel cortile dell’Hotel Vanvitelli, si è recato solo Squeglia (Greco era impegnato in una riunione a Napoli). «Il presidente mi ha spiegato i motivi che lo avevano indotto alla candidatura e mi ha chiesto che tutto avvenisse nella massima serenità e correttezza, un invito a cui ho aderito senza alcuna difficoltà. Pierini SquegliaE invece – attacca Squeglia – il giorno dopo trovo sulla stampa l’appello al voto rivolto al mio partito e ai Ds». Per il deputato si tratta di una mossa «scorretta sia sul piano etico che politico», di più: una «scorrettezza mediatica» e «una vera offesa per iscritti ed elettori». Anzitutto perché la «casertanità invocata è fuori da ogni logica, la politica si fa condivendo progetti, ideali, principi e non una mera vicinanza territoriale». E poi di quale casertanità si parla? «La sua è solo un paravento – aggiunge Squeglia – a una strategia che persegue il fine di un partito personale sostenuta dall’asse con Rutelli che da Roma ha guidato l’operazione». Quanto infine agli effetti sul popolo Dl il segretario provinciale della Margherita si dice tranquillo, nonostante gli echi che l’appello potrebbe avere a Maddaloni, ad esempio, o a Carinaro: «La Margherita conta diciotto sindaci e qualcosa come 450 consiglieri….». Squeglia è per Iannuzzi, insomma e per Iannuzzi è anche Greco, segretario della federazione casertana dei Ds. «Penso che la candidatura di Iannuzzi, essendo sfumata la possibilità di un nome unico per Veltroni, sia la più unitaria possibile, quella che tiene insieme l’eredità dei partiti che hanno dato vita al Pd – ragiona Greco – e la società civile e tutto quello che si stava movendo in questi anni verso l’approdo di un rinnovamento della politica». Iannuzzi «non è il candidato dell’apparato di De Mita e Bassolino, come qualcuno vuol far credere, ma il leader su cui in un contesto regionale – aggiunge il segretario dei Ds – è possibile la convergenza più ampia». Greco non commenta le iniziative di chi, tra i ds, ha invece già scelto la leadership di De Franciscis. «Non stiamo scegliendo il segreratario di Terra di lavoro, come sembra leggendo certe dichiarazioni, io mi ritrovo pienamente – conclude – con le valutazioni espresse dai vertici nazionali e regionali del mio partito».

Il Mattino (ANTONIO PASTORE)

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