Il gip scarcera Brancaccio e Iannini

di Redazione

Orta di AtellaORTA DI ATELLA. Angelo Brancaccio torna a casa, a Orta di Atella. Ieri mattina il gip Paola Piccirillo, con il parere favorevole dei pm Alessandro Cimmino e Luigi Landolfi, ha concesso gli arresti domiciliari al consigliere regionale diessino, ritenendo che dopo l’interrogatorio di garanzia le esigenze cautelari si siano attenuate.

Orta di AtellaStessa decisione per il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Iannini, in servizio a Castello di Cisterna, accusato, come Brancaccio, di corruzione per aver accettato favori (la promessa di un posto di lavoro per il cognato) in cambio della rivelazione di informazioni sull’indagine in corso sulle mazzette all’ufficio tecnico di Orta. Una decisione quasi scontata, dopo quella analoga del Tribunale del Riesame di Napoli (XII sezione, presidente Gian Paolo Cariello) che venerdì aveva scarcerato il consulente tecnico Nicola Iovinella e attenuato la misura cautelare emessa nei confronti dello stesso Brancaccio e del poliziotto Castrese Rennella nel primo stralcio della stessa indagine. Resta in carcere, dunque, solo Antonio D’Ambra, il costruttore accusato di estorsione e calunnia nei confronti di Francesco Antonio Del Prete, in concorso con Brancaccio. Il Tribunale del Riesame, in una diversa composizione del collegio, mercoledì scorso aveva infatti confermato l’ordinanza cautelare a suo carico. Il difensore, l’avvocato Vittorio Giaquinto, ha chiesto per il suo assistito un nuovo interrogatorio e una perizia giurata volta a dimostrare l’inesistenza del danno lamentato da Del Prete nello sconfinamento tra l’area per la quale il costruttore aveva chiesto e ottenuto la concessione edilizia e quella di proprietà di Del Prete. Sconfinamento per il quale D’Ambra versò ventimila euro a titolo di risarcimento senza che però il danno sia mai stato accertato, come rilevato dallo stesso gip Paola Piccirillo nell’ordinanza che disponeva la custodia cautelare in carcere. Del Prete, che per quei soldi incassati fu arrestato con l’accusa di estorsione, nel corso di un interrogatorio denunciò ai pm sammaritani di essere stato costretto ad accettare quel denaro, anche dopo le insistenze e le minacce di Angelo Brancaccio. Non sono state ancora depositate, intanto, le motivazione della decisione del Tribunale del Riesame di Napoli. Ma dal dispositivo si comprende che l’impianto accusatorio, nella sostanza, ha retto, mentre differenti da quelle del gip sono state le valutazioni dei giudici della libertà in merito alle esigenze cautelari e al rischio di inquinamento probatorio (per Rennella i giudici hanno ritenuto che fosse sufficiente il suo allontanamento dalla provincia di Caserta, concedendogli gli arresti domiciliari ma a Milano). Quanto alla posizione di Iovinella, accusato di corruzione, è stato scarcerato in base a un calcolo sulla eventuale condanna, che sarebbe coperta dall’indulto. Nessuna modifica dei capi di imputazione, per i quali è stata ritenuta la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. Il Mattino

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