I dottori commercialisti come cardine di un nuovo patto tra fisco, imprese e cittadini, fondato su collaborazione preventiva, semplificazione normativa e uso intelligente della tecnologia. È la direttrice lungo cui si è sviluppato il Cnpr Forum speciale Obiettivo Futuro: tasse, lavoro e imprese. Cosa cambia con la Legge di Bilancio 2026, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, dove esponenti di governo, opposizioni, Agenzia delle Entrate e rappresentanti della categoria hanno messo al centro ruolo e responsabilità dei professionisti.
Leo: “Adempimento collaborativo e concordato cambiano il rapporto fisco-contribuente” – «Abbiamo particolarmente a cuore la figura dei dottori commercialisti e intendiamo sottolineare con forza il ruolo centrale che sono chiamati a svolgere nell’ambito dell’adempimento collaborativo, non solo per le imprese più strutturate, ma anche per le aziende di dimensioni più ridotte». Per il viceministro dell’Economia Maurizio Leo si tratta di «un compito fondamentale che, insieme al ‘concordato’, punta a trasformare profondamente il rapporto tra fisco e contribuente: lavorare ex ante per prevenire contenziosi e accertamenti, favorendo un dialogo costante e costruttivo e rendendo le relazioni con l’amministrazione finanziaria sempre più serene e trasparenti».
Cuchel: “La vera compliance passa da ascolto e accesso ai dati” – Il tema del dialogo strutturato ritorna con forza nelle parole di Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti: «Il rapporto tra fisco e contribuente deve essere necessariamente rivisto. Nonostante i progressi nel dialogo tra professionisti, Agenzia delle Entrate, MEF e Pubblica Amministrazione, non abbiamo ancora raggiunto una condizione davvero ottimale». Per Cuchel è «fondamentale partire dall’ascolto e dalla condivisione preventiva delle proposte normative, prima della loro approvazione: siamo noi, infatti, ad avere il polso della loro applicazione concreta e possiamo offrire un contributo decisivo per renderle più efficienti». La vera compliance, aggiunge, «si ottiene solo garantendo ai cittadini e ai loro consulenti un accesso trasparente ai dati dell’anagrafe tributaria, superando definitivamente la stagione delle dichiarazioni precompilate».
Carbone: “Fare squadra con i commercialisti migliora servizi e procedure” – Per il direttore dell’Agenzia delle Entrate Vincenzo Carbone il ruolo dei professionisti è ormai strutturale: «Per l’AdE il dialogo con i professionisti è fondamentale, perché rappresentano l’anello di congiunzione tra amministrazione finanziaria e contribuenti. Si tratta di un rapporto che, nel tempo, si è rivelato proficuo e che ci consente di comprendere meglio aspetti operativi e criticità che talvolta possono sfuggire». «Fare squadra con i commercialisti ci permette di garantire un’assistenza più efficace e di raccogliere osservazioni e proposte utili a correggere comportamenti e procedure. Il caso di Civis è emblematico in questo senso. L’introduzione della delega unica e l’avvio di tavoli tecnici congiunti sono ulteriori esempi concreti di collaborazione, che contribuiscono a far conoscere e migliorare i servizi offerti». Carbone ha ricordato «la possibilità di sottoscrivere digitalmente documenti a distanza tramite password one-shot, oppure gli sportelli digitali, oggi attivi in 500 uffici dell’Agenzia con 9 mila operatori abilitati: un servizio che ha già gestito oltre 700 mila interazioni». Attraverso il canale Civis, inoltre, «sono state definite più di 2 milioni di istanze, a testimonianza dell’efficacia di un modello basato sulla cooperazione e sull’ascolto reciproco».
Semplificazione e stabilità normativa al centro del confronto politico – La richiesta di un fisco meno mutevole e più prevedibile è stata rilanciata da Alberto Luigi Gusmeroli (Lega), presidente della Commissione Attività produttive della Camera: «Abbiamo bisogno di semplificazioni e di un fisco meno nemico e più stabile. Continui cambiamenti delle norme non fanno bene. Stabilità che è l’obiettivo della delega fiscale e che deve recuperare la flat tax incrementale che spinge a guadagnare e dichiarare di più mentre resta la critica su precompilate e sul concordato preventivo».
Sul versante opposto, Mario Turco, vicepresidente nazionale del M5s, ha puntato i riflettori sul contesto macroeconomico: «Il ruolo dei dottori commercialisti è fondamentale per le nuove sfide da affrontare. Siamo in piena crisi economica con una crescita pari a zero e senza il Pnrr saremmo in recessione. Siamo ultimi in Europa per produzione industriale e con un caro energia contro cui il governo non ha fatto nulla. I commercialisti allora possono essere una leva moltiplicatrice di produttività a patto che il governo faccia qualcosa in materia di semplificazioni».
Per Chiara Tenerini (Forza Italia), componente della Commissione Lavoro alla Camera, «la madre di tutte le battaglie per l’Italia è la semplificazione che deve partire dalle norme europee per giungere fino a noi. Qualcosa abbiamo fatto nell’applicazione del Pnrr per renderlo più agevole, abbiamo tagliato 30 mila norme obsolete. Dobbiamo vincere la sfida della digitalizzazione con portali accessibili e veloci che non complichino la vita ai professionisti e consentano loro di cogliere le grandi opportunità di questa grande trasformazione in corso».
Dal fronte democratico, Antonio Misiani, vicepresidente della Commissione Bilancio al Senato, ha richiamato una criticità interna alla stessa categoria: «Sulla perimetrazione della professione è indispensabile rimettere ordine. Negli ultimi anni si sono create sovrapposizioni improprie che rischiano di indebolire competenze e responsabilità. Occorre definire con chiarezza funzioni e ambiti operativi, tutelando la qualità del lavoro svolto e garantendo ai cittadini servizi professionali realmente qualificati».
De Bertoldi: “I professionisti rendono umano il fisco” – Sul ruolo dei commercialisti come intermediari tra Stato e contribuenti è intervenuto Andrea De Bertoldi (Lega), componente della Commissione Finanze della Camera: «Il rapporto fisco contribuenti si migliora andando a semplificare la normativa, cosa che la riforma fiscale ha nel proprio dna, e responsabilizzando e coinvolgendo i commercialisti che sono il volano di trasmissione tra lo Stato, le imprese e i cittadini. I professionisti sono coloro che possono rendere umano e comprensibile il fisco. Ci aspettiamo da parte dell’Agenzia delle Entrate l’attenzione alla libera professione che possa dare risposte concrete in termini di comprensione e umanità».
Un esempio concreto di collaborazione istituzionale è arrivato dal parlamentare europeo Dario Nardella: «Coinvolgere i professionisti fin dall’inizio, quando si scrivono le regole dobbiamo procedere con chi è chiamato ad attuarle ogni giorno con le imprese e le famiglie. Da sindaco di Firenze ho fatto un protocollo con l’ordine dei commercialisti dove ci siamo messi a scrivere insieme le ordinanze e le delibere, ad esempio, sulle imposte di soggiorno. Ci vuole un fisco più semplice e più giusto invece di andare avanti con rinvii e condoni, spezzettamento di categorie. Alla complessità del fisco si aggiunge la burocrazia, un cittadino si deve fare il segno della croce quando occorre predisporre la dichiarazione dei redditi».
Sulla stessa linea Mauro Del Barba (IV), segretario della Commissione Finanze della Camera: «Semplificazione è la parola chiave, sembra impossibile ottenerla in Italia anche perché, quando in Parlamento semplifichiamo con le norme poi l’apparato burocratico inesorabilmente ci torna sopra e precisa. È un difetto del nostro sistema che va assolutamente corretto, se non riusciamo a correggerlo nel momento in cui le norme vengono emanate dobbiamo allora cambiare anche attraverso il ruolo dei commercialisti il momento di contatto tra cittadino e fisco e la possibilità di interloquire sia a titolo personale ma anche a titolo preventivo su norme che non siano chiare».
Tecnologia e burocrazia, tra progressi e nodi da sciogliere – Sul terreno operativo, il miglioramento del rapporto fisco-contribuente è stato riconosciuto anche da Mario Civetta, past president dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Roma: «Sta migliorando il rapporto fisco – contribuente, ovviamente c’è sempre moltissimo da fare. La tecnologia aiuta sia il fisco che il contribuente, implementare il dialogo a distanza con appuntamenti mirati per i professionisti è una strada verso cui tendere».
Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti sul campo è stato affidato a Mario Chiappuella, commercialista e revisore legale dell’Ordine di Massa Carrara: «Il principale problema è la mancata riduzione della burocrazia, che finisce spesso per tarpare le ali alle iniziative economiche, un rapporto con la PA che deve essere trasparente e finalizzato a una collaborazione concreta. È il momento di trovare soluzioni attraverso un confronto ‘franco e collaborativo’ con la pubblica amministrazione. Servono canali rapidi nell’interesse dei contribuenti e una maggiore considerazione nell’ambito dello svolgimento della nostra professione. Serve una compliance reale con rapporti paritari per risolvere gran parte del contenzioso».
Longoni: “Ritrovare coesione e attrattività della professione” – In chiusura, Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili, ha riportato l’attenzione sul futuro della categoria: «Dobbiamo riflettere a fondo sul senso della nostra professione e sulla responsabilità che ciascuno di noi porta con la propria attività. La frammentazione ha indebolito la nostra coesione contribuendo a renderla meno attrattiva tra i giovani. Questo campanello d’allarme deve far sì che le nuove generazioni sentano nuovamente il richiamo di una categoria dal profondo contenuto giuridico a cui si accompagna una forte componente etica, umana e sociale». Nella foto, da sinistra, in senso orario: Leo, Cuchel, Misiani e Carbone IN ALTO IL VIDEO

