Aversa (Caserta) – Una decisione che potrebbe aprire scenari significativi per migliaia di insegnanti a tempo determinato arriva dal Tribunale di Salerno, che il 27 novembre scorso ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a versare 11.782,54 euro a favore della docente aversana C. M. G.. La somma rappresenta l’indennità sostitutiva delle ferie maturate e non godute nel corso di otto anni scolastici consecutivi, dal 2016/2017 al 2023/2024.
La vicenda e il riconoscimento del diritto – L’insegnante, impegnata per anni con contratti a termine fino al 30 giugno, ha prestato servizio in istituti del Nord Italia, del Lazio e della Campania, senza avere mai la possibilità di usufruire delle ferie maturate. Con il ricorso presentato dagli avvocati Costantino Diana ed Enrico Vanacore, specializzati in diritto scolastico e previdenziale, il Tribunale ha applicato i principi contenuti nella sentenza numero 16715 del 17 giugno 2024 della Suprema Corte di Cassazione e nelle pronunce della Corte di Giustizia Europea. È stato così affermato che il docente a tempo determinato non può perdere l’indennità sostitutiva se non messo previamente dal datore di lavoro nelle condizioni di fruirne, con un invito esplicito e un avvertimento formale sul rischio di decadenza.
Tutela dei precari e riflessi sociali – Le recenti decisioni giudiziarie si muovono nella direzione della protezione dei docenti pendolari, spesso costretti a incarichi lontani dalla propria residenza e da condizioni logistiche gravose. Molti partono alle ore 4.30, prima dell’alba, per raggiungere la sede di servizio, ciò che di fatto impedisce qualsiasi programmazione delle ferie e costringe a rinunce personali e familiari.
Le nuove strategie legali – Lo studio Diana – Vanacore di Aversa, impegnato da anni nella difesa dei precari della provincia di Caserta, dopo aver promosso una vasta serie di ricorsi finalizzati al riconoscimento della carta del docente e della retribuzione professionale, indica ora come obiettivo prioritario la monetizzazione delle ferie non godute. A questa si aggiunge la tutela dei lavoratori della scuola contro l’abuso nei rinnovi di contratti a termine oltre il limite dei 36 mesi, alla luce delle più recenti pronunce dei tribunali del lavoro.

