Un patrimonio da circa tre milioni di euro, tra società, conti correnti, veicoli e terreni agricoli, è stato confiscato dalla Direzione investigativa antimafia a Ciro Barba, originario di Nocera Inferiore ed ex assessore del comune salernitano, ritenuto “socialmente pericoloso” sulla base di un giudizio già espresso in sede di sequestro preventivo.
Il provvedimento del Tribunale di Salerno – La Direzione investigativa antimafia ha dato esecuzione a un decreto di confisca emesso dalla Sezione riesame e misure di prevenzione del Tribunale di Salerno. Il provvedimento arriva su proposta congiunta del procuratore della Repubblica di Salerno, del procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore e del direttore della Direzione investigativa antimafia e ha ad oggetto società, beni mobili e disponibilità finanziarie ritenute nella titolarità o comunque nella disponibilità di Barba.
Il profilo dell’ex amministratore – Il destinatario del decreto, in passato assessore alla Pubblica Istruzione (anni 1988-1989) e ai Servizi tecnologici (anni 1990-1991) presso il Comune di Nocera Inferiore, era stato definitivamente condannato per estorsione nel 1999. In precedenza, nel 1997, era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Nocera Inferiore per associazione mafiosa, reato successivamente dichiarato estinto per prescrizione dalla Corte di appello di Napoli.
Pericolosità sociale e rete di prestanome – Con il decreto di confisca appena emesso, il Tribunale di Salerno ha sostanzialmente confermato il giudizio di pericolosità del proposto, sia generica che qualificata, già ritenute sussistenti in occasione del decreto di sequestro preventivo. Il collegio ha inoltre confermato la ricostruzione del complesso degli asset patrimoniali e finanziari riconducibili all’uomo, individuando una rete di intestazioni a terzi considerati prestanome, utilizzata nel tempo per schermare la reale disponibilità dei beni.
Conti, terreni e cinque società sotto confisca – Il decreto, sulla base dell’accertata sproporzione tra il patrimonio effettivamente disponibile e la posizione reddituale di Barba e della sua famiglia, ha disposto la confisca dei conti correnti intestati all’interessato e al nucleo familiare, dei veicoli e di diversi terreni agricoli. Il provvedimento ha inoltre colpito la proprietà di cinque società, con sedi in Campania e in Toscana, attive nel settore agro-alimentare e in quello delle costruzioni residenziali, per un valore complessivo stimato in circa tre milioni di euro.

