Addio alle gemelle Kessler, morte insieme a 89 anni: “Suicidio assistito”

di Redazione

Se ne vanno insieme, come avevano sempre vissuto, le gemelle più famose della televisione europea. Alice ed Ellen Kessler, icone dello spettacolo tra Germania e Italia, sono morte all’età di 89 anni nella loro abitazione di Grünwald, vicino Monaco di Baviera. La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa Dpa e ripresa da diversi media tedeschi, tra cui Bild e Der Spiegel. Nata il 20 agosto 1936 a Nerchau, in Sassonia, la coppia di artiste aveva segnato un’epoca con il proprio stile, conquistando il soprannome di “gambe della nazione”.

L’intervento della polizia e il suicidio assistito – Riguardo al decesso delle gemelle Kessler, la polizia di Monaco ha escluso fin da subito l’ipotesi di omicidio e qualsiasi responsabilità di terze persone. Secondo quanto riportato dalla stampa tedesca, verso le ore 12 di oggi, lunedì 17 novembre, una pattuglia si è recata presso la residenza di Grünwald: gli agenti dell’unità specialistica K12, intervenuti come da routine, hanno potuto soltanto constatare il decesso delle due sorelle nel corso di un primo esame dei corpi ed escludere elementi riconducibili a un reato. Sempre secondo il quotidiano Bild, le gemelle avrebbero fatto ricorso al suicidio assistito. In Germania la “morte assistita” è consentita a determinate condizioni: la persona deve, tra le altre cose, agire in modo autonomo e di propria spontanea volontà, autosomministrandosi il farmaco letale, oltre a essere maggiorenne e pienamente capace di intendere e di volere. Chi presta assistenza non può compiere direttamente l’atto letale, perché questo rientrerebbe nella cosiddetta “eutanasia attiva”, che resta vietata.

Un addio annunciato – L’idea di non prolungare la vita a ogni costo era stata più volte evocata dalle stesse Kessler. Già nel 2012, in un’intervista al settimanale “Chi”, le due sorelle avevano dichiarato: “Se una di noi si ridurrà allo stato vegetativo, l’altra l’aiuterà a uscire di scena”. Un anno prima della morte, nel giorno del loro 88esimo compleanno, avevano ribadito pubblicamente il desiderio di restare unite fino all’ultimo: «Il nostro desiderio è andarcene insieme, lo stesso giorno. L’idea che a una delle due capiti prima è molto difficile da sopportare». Una volontà che, alla luce della notizia diffusa oggi, sembra essersi compiuta. Inseparabili nella vita e unite anche nella morte, le Kessler avevano inoltre manifestato il desiderio di essere sepolte insieme, in un’unica urna, accanto alle ceneri della madre Elsa e del cane Yello. «È ciò che abbiamo stabilito nel nostro testamento», aveva spiegato Ellen in un’intervista rilasciata a Bild nell’aprile 2024, ribadendo poi lo stesso concetto anche in un colloquio con il Corriere pochi mesi fa.

Dalla Sassonia alla tv italiana – Nate il 20 agosto 1936 a Nerchau, in Sassonia, le Kessler avevano iniziato presto la carriera nel mondo dello spettacolo, per poi diventare un fenomeno popolare anche in Italia. Il loro approdo nel nostro Paese, a partire dal 1961, segnò una svolta nella storia della televisione: la partecipazione al varietà Giardino d’inverno, con la regia di Antonello Falqui, le coreografie di Don Lurio e l’orchestra di Gorni Kramer, aprì la strada a una lunga stagione di successi. La successiva presenza a Studio Uno con la sigla “Da-da-un-pa” trasformò Alice ed Ellen in un autentico caso mediatico. Negli anni Sessanta erano ovunque: numeri musicali come “Da-da-un-pa”, “Pollo e champagne” e “La notte è piccola” e il fisico slanciato, esaltato da calze nere velate che divennero un tratto distintivo, le consacrarono come star dei grandi varietà Rai in bianco e nero. Le loro gambe lunghe e affusolate entrarono nell’immaginario collettivo, fino a valere il soprannome di “gambe della nazione” e a far parlare, in patria, di “doppio miracolo tedesco”.

Cinema, palcoscenico e copertine – Il successo televisivo non le aveva confinate al piccolo schermo. Le gemelle erano approdate anche al cinema, lavorando con alcuni grandi nomi della regia italiana. Tra i titoli più noti figurano “Gli invasori” (1961) di Mario Bava, “Rocco e le sorelle” (1961) di Giorgio Simonelli, “Sodoma e Gomorra” (1962) di Robert Aldrich, “Canzoni, bulli e pupe” (1964) di Carlo Infascelli e “Il giovedì” (1964) di Dino Risi, dove recitavano accanto ad Alberto Sordi. Nel 1963 comparvero sulla copertina della rivista “Life”, simbolo di una popolarità ormai internazionale, ed esordirono anche nel teatro impegnato, cimentandosi con testi di Bertolt Brecht. Dopo i fasti dei varietà Rai degli anni Sessanta, nel 1988 arrivò il programma La fabbrica dei sogni, che le vide protagoniste per la prima volta in ruoli distinti, pur restando legate da un’immagine artistica inscindibile.

Solidarietà e vita privata – Dietro l’immagine scintillante delle prime serate, le Kessler avevano scelto una forma di impegno discreta ma concreta. Nel 2006 decisero di donare in vita l’intero patrimonio all’organizzazione Medici Senza Frontiere, motivando la scelta con la consapevolezza che «nel mondo ci sono tante persone che hanno bisogno di donazioni». Un gesto che sintetizzava il loro modo di intendere il successo: non solo carriera e applausi, ma anche responsabilità verso chi ha meno. Le due sorelle vivevano da anni vicine, in case speculari, a testimonianza di un legame che andava ben oltre la dimensione artistica. Pur avendo avuto relazioni stabili, non si sposarono mai. Con la loro scomparsa si chiude la storia di un duo che ha inciso profondamente sullo spettacolo del dopoguerra, tra Germania e Italia, portando sulla scena numeri di danza e intrattenimento che, per audacia e modernità, hanno contribuito a cambiare il linguaggio della televisione.

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