La Manovra 2026 del governo Meloni ha ottenuto la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato e, dopo il via libera, il Ministero dell’Economia e delle Finanze l’ha trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sarà poi Palazzo Chigi a inviare il provvedimento alla Presidenza della Repubblica prima del passaggio in Parlamento. Il disegno di legge, approvato dal Consiglio dei ministri il 17 ottobre, cresce da 137 a 154 articoli: tra le aggiunte finali figurano, tra l’altro, i capitoli con lo stato di previsione dei vari ministeri.
Affitti brevi – Cambia la norma sulla cedolare secca: il testo bollinato conferma il 26% per i redditi da locazione breve in caso di opzione per l’imposta sostitutiva, ma prevede l’aliquota ridotta al 21% per una sola unità immobiliare indicata in dichiarazione, a condizione che, durante l’anno d’imposta, non siano stati conclusi contratti tramite intermediari immobiliari o portali telematici. La precedente ipotesi di innalzare tout court al 26% la cedolare sugli affitti brevi aveva generato polemiche. In mattinata il vicepremier Matteo Salvini aveva assicurato in tv che la norma “non ci sarà. O alla base del testo o in Parlamento verrà cancellata”.
Banche e cultura – Sul fronte finanziario, la Manovra introduce dal 2026 una riduzione graduale della deducibilità degli interessi passivi per gli intermediari: 96% nel 2026, 97% nel 2027, 98% nel 2028 e 99% nel 2029. Sul versante cultura, si attenua il taglio al Fondo per il cinema e l’audiovisivo: nel 2026 la riduzione prevista scende a 150 milioni rispetto ai 190 ipotizzati nelle bozze; nel 2027 il taglio sarà di 200 milioni invece dei 240 inizialmente prospettati.
Le reazioni – Le modifiche alla cedolare non spengono le contestazioni. Il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa sostiene che “il testo bollinato contiene l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi, salvo il caso – ben raro – in cui il proprietario non si avvalga di agenti immobiliari o di portali telematici. Non essendo in sostanza cambiato nulla rispetto alla bozza, ci aspettiamo che i due vicepremier confermino il loro impegno all’eliminazione della norma”. Per l’Aigab, l’Associazione italiana Gestori affitti brevi, “la nuova formulazione del testo non cambia la sostanza del precedente. Tutti i contratti di locazione breve sono conclusi tra proprietari e conduttori per il tramite di portali e intermediari online. L’effetto rimane una patrimoniale su mezzo milione di famiglie italiane. Chi ha riscritto il testo o non conosce la materia o è in malafede”.
Il fronte politico – Il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi ribadisce la contrarietà del partito: “Siamo contrari, faremo emendamenti”. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti spiega che “uno degli elementi che in questi ultimi anni hanno contribuito ad accrescere la difficoltà a trovare alloggi, soprattutto nelle grandi città, è risultato essere l’incremento di casi di affitti brevi, soprattutto a fini turistici. Per questo si è ritenuto di inserire nel disegno di legge di bilancio un’apposita disciplina in materia fiscale avente oggetto le locazioni concluse tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o tramite soggetti che gestiscono portali telematici”. Dal Dipartimento turismo di Fratelli d’Italia, Gianluca Caramanna osserva che il partito “ha sempre fatto scelte improntate alla chiarezza ed orientate a regolamentare ma non limitare gli affitti brevi, in una logica di tutela della prima casa e della proprietà privata. Sulle ipotesi fiscali di cui si parla in questi giorni, e che per quanto ci riguarda attengono soltanto dalle seconde case in poi, attendiamo l’arrivo della manovra in Parlamento, luogo più idoneo a trovare una soluzione”.