Ariano Irpino, 29enne si toglie la vita in carcere: Uilpa denuncia sovraffollamento e carenze di organico

di Redazione

Un cappio nella notte, dietro le sbarre di Ariano Irpino (Avellino): un detenuto di 29 anni, con patologie mentali, si è ucciso nella sua cella. I tentativi di rianimarlo da parte della Polizia penitenziaria e dei sanitari non sono bastati. A dare l’allarme sulla portata del fenomeno è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

Il caso – «Un detenuto di 29 anni, africano, affetto da patologie mentali, si è impiccato nella notte nella sua cella della Casa Circondariale di Ariano Irpino. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari. Sale dunque a 67 la tragica conta dei ristretti che si sono suicidati dall’inizio dell’anno (più un internato in una Rems), cui bisogna aggiungere 3 operatori. Se, per pudore nei confronti di altri drammatici teatri, non parliamo di bollettino di guerra, di certo è qualcosa che vi si avvicina molto, nella sostanziale indifferenza della politica di maggioranza».

Il sovraffollamento – «Ad Ariano Irpino 286 detenuti sono stipati in 216 posti (+32%), mentre la Polizia penitenziaria conta solo 141 operatori quando ne servirebbero almeno 231 (-39%). Una situazione gestionale e operativa insostenibile, come nel resto d’Italia dove i reclusi sono 63.233 e i posti appena 46.489 (+36%) con la mancanza di oltre 20mila agenti alla Polizia penitenziaria», aggiunge il segretario della Uilpa.

Le richieste del sindacato – «Servono subito provvedimenti deflattivi del sovraffollamento detentivo, per potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, garantire l’assistenza sanitaria, ristrutturare gli edifici, implementare gli equipaggiamenti e avviare riforme complessive. Peraltro, pure alcune misure contenute nella bozza della legge di bilancio appaiono di impatto negativo, parziali e propagandistiche. Serve una svolta immediata», conclude De Fazio.

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