Prodotti da fumo, maxi sequestro di 11,5 milioni

di Redazione

Uno snodo logistico in provincia e una rete di rivendite in città: così, secondo la Guardia di finanza, sigarette elettroniche, cartine e filtri finivano nei banconi di negozi non autorizzati. L’operazione del comando provinciale di Palermo ha portato al sequestro di circa 11 milioni e mezzo di articoli (di cui 2 milioni presso l’importatore e distributore per tutta Palermo), per un peso complessivo di circa 770 chili. Sul mercato parallelo avrebbero generato introiti stimati in 1 milione di euro, con un danno per l’erario di 120mila euro di imposta di consumo.

L’indagine – I Baschi Verdi del gruppo pronto impiego hanno passato al setaccio i flussi delle importazioni gestiti dagli spedizionieri cittadini, ricostruendo i canali di approvvigionamento dei prodotti da fumo e la loro distribuzione ai punti vendita. Dal 2020 la commercializzazione è prerogativa esclusiva dei tabaccai, tenuti al versamento dell’imposta di consumo.

Il mercato parallelo – L’esame delle pratiche ha fatto emergere, accanto ai canali ufficiali verso le rivendite autorizzate dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, un circuito alternativo riconducibile a società riferibili a soggetti extracomunitari. In particolare, un unico grande importatore con sede a Partinico riforniva negozi di oggettistica e articoli per la casa privi di licenza.

Le consegne e i controlli – Seguendo i carichi dall’importatore, i finanzieri hanno individuato 11 esercizi commerciali che vendevano regolarmente sigarette elettroniche, cartine e filtri senza alcuna abilitazione e in evasione totale dell’imposta. Durante gli accessi nei magazzini e nei punti vendita in centro a Palermo, sono state trovate poche scatole in esposizione — in alcuni casi occultate sotto i banconi — mentre i volumi maggiori erano nascosti in depositi secondari nelle vicinanze.

Le contestazioni – Oltre al sequestro della merce, i titolari dei 12 esercizi sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. Le attività sono state segnalate all’Agenzia delle dogane e dei monopoli per le sanzioni accessorie previste, tra cui la chiusura dei negozi. IN ALTO IL VIDEO

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