Addio a Emilio Fede, il giornalismo italiano saluta uno dei suoi volti più iconici

di Redazione

Una pagina della storia del giornalismo italiano si chiude con la scomparsa di Emilio Fede, morto all’età di 94 anni. Il giornalista, ex direttore del Tg4 e figura centrale dell’informazione televisiva per decenni, si è spento nelle scorse ore presso la Residenza San Felice di Segrate, alle porte di Milano, dove era ricoverato da tempo.

Accanto a lui fino all’ultimo le figlie, Simona e Sveva, che hanno assistito il padre nel suo ultimo tratto di vita. È stata proprio Sveva a comunicare la notizia all’Adnkronos con un semplice: «Papà ci ha lasciato». Poche ore prima, la figlia aveva rivolto un messaggio di gratitudine a quanti avevano espresso vicinanza e affetto: «Siete tutti con lui e lui è contento, tutti con lui, tutti voi giornalisti siete con lui. È importante, noi non avremmo voluto che la notizia uscisse fino a che le cose non si fossero risolte in un modo o nell’altro. Però poi alla fine voi l’avete saputo e abbiamo pensato che era una bella cosa perché lui si meritava questo saluto e questo cenno d’onore da parte di tutti i suoi colleghi».

Emilio Fede aveva compiuto 94 anni lo scorso 24 giugno. Per la televisione italiana è stato un volto emblematico: inconfondibile per stile, toni e presenza scenica, ha attraversato stagioni dell’informazione tra cronaca, politica e costume, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva.

In una nota diffusa dal Fan club amici di Emilio Fede, vicino alla famiglia, si legge: «Con profondo dolore, la famiglia tutta annuncia la scomparsa di Emilio Fede, amato fratello, padre e nonno, giornalista e volto storico del panorama televisivo italiano. Emilio Fede ha rappresentato una figura di spicco nel mondo dell’informazione, lasciando un’impronta indelebile nella storia del giornalismo italiano. Con il suo stile unico e la sua capacità di raccontare con passione e dedizione gli eventi più significativi, memorabili le sue dirette, ha saputo informare e intrattenere milioni di telespettatori, attraversando epoche di grandi cambiamenti».

Nella stessa nota viene sottolineato come, nel corso della sua lunga carriera, abbia «ricoperto ruoli di grande prestigio e responsabilità, contribuendo a innovare il linguaggio televisivo e a formare generazioni di cronisti. Il suo lavoro, spesso accompagnato da opinioni vivaci e controverse, è diventato il simbolo di un giornalismo che non ha mai temuto di prendere posizione. Il suo lascito professionale e umano rimarrà un punto di riferimento, non solo per il mondo dell’informazione, ma anche per tutti coloro che lo hanno conosciuto, stimato o criticato, ma mai ignorato».

I funerali si terranno giovedì 4 settembre nella chiesa di Dio Padre a Milano 2.

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