Aveva inscenato la propria morte per rifarsi una vita lontano dalla famiglia, ma il piano è crollato in meno di tre mesi. Ryan Borgwardt, 45 anni, residente a Watertown, in Wisconsin, è stato rintracciato dopo 89 giorni di fuga tra Nord America ed Europa: era partito per ricominciare con una donna conosciuta online, lasciandosi alle spalle moglie e tre figli.
Il falso incidente e la fuga in Europa – Il 12 agosto 2024 viene lanciato l’allarme: Borgwardt risulta scomparso dopo un’uscita in kayak sul Green Lake, a circa 160 chilometri da Milwaukee. La sera precedente aveva detto alla moglie che sarebbe andato a pagaiare da solo. Il giorno dopo, il kayak viene ritrovato rovesciato, con i suoi documenti a bordo. Scatta la macchina dei soccorsi, con l’ipotesi di un annegamento. Ma l’incidente, secondo la ricostruzione degli inquirenti, non è mai avvenuto. Borgwardt avrebbe abbandonato l’imbarcazione deliberatamente per depistare le indagini e poi si sarebbe diretto in Canada, da dove ha preso un volo per Parigi. Obiettivo finale: la Georgia, nell’ex Unione Sovietica, dove lo attendeva una donna uzbeka con cui si sentiva da mesi attraverso i social.
Il sospetto e la verità – Dopo quasi due mesi di ricerche infruttuose, l’ipotesi dell’annegamento ha iniziato a vacillare. Troppi elementi non tornavano: tra questi, la richiesta di un nuovo passaporto presentata da Borgwardt appena tre mesi prima. Le autorità americane hanno così virato sull’ipotesi della fuga volontaria. Le indagini hanno preso una direzione ben precisa, fino a localizzarlo all’estero. A novembre, il fuggitivo è stato rintracciato e riportato negli Stati Uniti. Di fronte al giudice della contea di Green Lake, Mark Slate, ha ammesso le sue responsabilità.
La condanna – L’accusa aveva richiesto 45 giorni di carcere, ma il giudice ha raddoppiato la pena: 89 giorni dietro le sbarre, esattamente tanti quanti quelli trascorsi tra la sua sparizione e il ritrovamento. Oltre alla detenzione, Borgwardt è stato condannato a versare 30mila dollari per coprire i costi delle ricerche sostenute dalle forze dell’ordine. In aula ha dichiarato: «Mi pento profondamente delle azioni che ho compiuto quella notte e di tutto il dolore che ho causato alla mia famiglia e ai miei amici». Un mea culpa tardivo che non è bastato a salvare il matrimonio. Appresa la verità, la moglie ha chiesto immediatamente il divorzio, mettendo fine a un’unione durata 22 anni.