Napoli – Pratiche anagrafiche a rilento. Ditto: “Serve una PA più veloce e più umana”

di Redazione

Napoli – «Richiedere un certificato anagrafico o una carta d’identità non dovrebbe mai trasformarsi in una prova di resistenza.  Invece, a Napoli, servono ancora settimane di prenotazioni e passaggi allo sportello prima di stringere in mano il documento. Non è raro che amministrazioni aprano slot a cadenza mensile per servizi che, altrove, si concluderebbero con pochi minuti di front-office». Lo afferma Enrico Ditto, responsabile Formazione e Lavoro di Azione in Campania.

La riforma della Pubblica Amministrazione, spinta dalle risorse del Pnrr, mette a disposizione della Campania oltre tre miliardi di euro tra digitalizzazione, edilizia amministrativa e formazione del personale. Nel pacchetto rientrano i 347 punti di facilitazione digitale che la Regione sta attivando per accompagnare cittadini e imprese nell’uso dei servizi online, con l’obiettivo di formare 274 000 utenti entro la fine del 2025. I primi effetti, stando a una recente indagine presentata da FPA durante la settima “Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo”, già si vedrebbero: si registra un netto balzo della maturità digitale dei Comuni capoluogo, con undici città del Mezzogiorno – Napoli compresa – ormai sopra la soglia di “buon livello” grazie all’adozione di piattaforme come Spid pagoPA e App IO per tributi, mense scolastiche e sportelli edilizi.

«Ma la tecnologia, da sola, non basta», insiste Ditto. «Implementare piattaforme non serve se non arrivano agilmente alla popolazione. Non è lo strumento a fare la rivoluzione digitale, ma la capacità di renderlo accessibile a tutti. Oltre alla cultura digitale serve personale capace di usare le piattaforme digitali, procedure riviste alla radice e un cronoprogramma che leghi ogni euro speso a un minuto risparmiato da cittadini e imprese». La Regione ha appena aggiornato il proprio Piano ICT 2023-2025 con 45 linee di intervento: interoperabilità fra banche dati, sportelli in cloud, intelligenza artificiale per smistare pratiche e prevenire errori ripetitivi. «Se queste funzioni dialogheranno davvero», insiste Ditto, «il permesso edilizio diventerebbe tracciabile in tempo reale, l’Isee si scaricherebbe con due click e un imprenditore non dovrebbe più peregrinare tra uffici per una Scia. Siamo sicuri di aver imboccato questa strada?».

L’imprenditore lancia infine un appello a istituzioni, associazioni di categoria e cittadini: «La riforma non è un decreto calato da Roma; è un cantiere che costruisce fiducia. Ogni input che viene dal territorio – un bug segnalato nel portale, una buona pratica sperimentata in un piccolo Comune, un dato reso aperto – accorcia la distanza fra lo Stato e le persone. È il momento di trasformare la burocrazia da zavorra a leva di sviluppo: più veloce, più trasparente, più umana. E questo percorso riguarda tutti».

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico