Tensione a Budapest durante il Pride, contro-manifestazioni dell’estrema destra

di Redazione

A Budapest, il Pride si è aperto tra applausi, colori e bandiere arcobaleno, ma in un clima di tensione crescente. Mentre il corteo si snodava per le vie della capitale ungherese, in testa il sindaco Gergely Karácsony e una folta delegazione di europarlamentari e rappresentanti del centrosinistra europeo, sulla stessa piazza davanti al municipio è andata in scena una manifestazione dell’estrema destra, regolarmente autorizzata dalla polizia.

Parallelamente, il partito ultranazionalista Patria Nostra (Mi Hazánk) ha annunciato una marcia sullo stesso percorso previsto dal Pride. In un contesto già infiammato, il ponte Szabadság (della Libertà), sul quale avrebbe dovuto transitare il corteo arcobaleno, è stato chiuso senza che le forze dell’ordine intervenissero per impedire l’azione degli estremisti. Un’escalation verbale è arrivata con le parole del deputato Elod Novák, esponente del partito di estrema destra, che ha dichiarato: “Se la polizia non fa nulla per impedire la marcia LGBT, faremo noi con i nostri mezzi”. A fronte della situazione, gli organizzatori del Pride stanno valutando modifiche al percorso originario per garantire la sicurezza dei partecipanti.

Presenze europee e appelli politici – Nel cuore della marcia, la presenza del sindaco Karácsony ha dato forza simbolica al corteo. A lui si sono uniti anche la presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo Iratxe García Perez, la presidente del gruppo liberale Renew Europe Valérie Hayer, la copresidente dei Verdi Terry Reintke e la copresidente della Sinistra Manon Aubry, protagoniste di una conferenza stampa organizzata nella sede dell’Eurocamera a Budapest. “Oggi è un giorno importante: siamo qui non solo per marciare a sostegno della comunità LGBTQIA+, ma per difendere la dignità del popolo ungherese – ha detto García Perez –. Orban attacca la società civile, lo stato di diritto e le forze pro-europee. Dobbiamo alzare la voce, essere più attivi”. Elly Schlein, Carlo Calenda e la vicepremier spagnola Yolanda Díaz erano rimasti per oltre un’ora nel giardino del municipio, prima di unirsi al corteo in segno di solidarietà.

Salis: “Non sarò a Budapest, rischio ritorsioni” – L’eurodeputata Ilaria Salis ha affidato a Facebook il suo messaggio: “Purtroppo non potrò essere a Budapest oggi. È in corso la procedura per la revoca della mia immunità parlamentare, avanzata dal regime ungherese. Temo ritorsioni e strumentalizzazioni, non solo contro di me, ma anche verso chi oggi è più vulnerabile”.

Wilders attacca il Pride – Dall’Olanda, il leader sovranista Geert Wilders ha criticato la partecipazione al Pride, accusando i liberali del VVD: “Manifestano a Budapest, ma nella loro Amsterdam i gay vengono picchiati per strada. Informatevi prima di giudicare un altro Paese”, ha scritto sui social, puntando il dito contro l’ipocrisia delle democrazie europee.

In Italia, sei Pride in contemporanea – L’Onda Pride ha attraversato oggi sei città italiane in contemporanea con l’evento ungherese, nella giornata che celebra l’anniversario dei moti di Stonewall. A Bologna ha sfilato il Rivolta Pride dai Giardini Margherita, a Bolzano ha debuttato il Südtirol Pride, mentre a Milano, Salerno, Sassari e Ragusa – quest’ultima in programma domani – migliaia di persone hanno marciato per rivendicare diritti, dignità e uguaglianza.

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