Martina Carbonaro, la confessione dell’omicida: “Volevo abbracciarla, mi ha respinto. L’ho colpita”

di Ettore Torrese

“Ho tentato di abbracciarla, lei ha rifiutato, era di spalle e l’ho colpita”. È l’ammissione glaciale di Alessio Tucci, il 18enne di Afragola (Napoli), reo confesso dell’omicidio di Martina Carbonaro, la sua ex fidanzata di appena 14 anni. Una frase che pesa come una condanna definitiva, pronunciata durante l’udienza di convalida del fermo che si è svolta questa mattina nel carcere di Poggioreale, dove il giovane è rinchiuso.

La confessione – Accompagnato dal suo avvocato Mario Mangazzo, Tucci ha risposto alle domande della giudice per le indagini preliminari Stefania Amodeo, confermando il contenuto delle accuse: avrebbe colpito Martina almeno tre volte alla testa con una pietra, dopo che lei aveva respinto un suo tentativo di riavvicinamento. La ragazza, ormai priva di vita, è stata poi nascosta sotto alcuni arredi all’interno di un casolare abbandonato nei pressi dello stadio Moccia, dove entrambi si erano recati la sera del 26 maggio.

Legale Tucci: “In preda a raptus” – All’uscita dal carcere, l’avvocato Mangazzo ha riferito ai giornalisti: “Alessio ha reso dichiarazioni ampiamente confessorie. Ha spiegato che voleva abbracciarla, ma dopo il rifiuto, quando lei era di spalle, l’ha colpita una prima volta, poi ha inferto altri colpi con la stessa pietra. Quando si è accorto che non respirava più, ha coperto il corpo con ciò che ha trovato nella casa. Era in preda a un raptus, incapace di accettare la fine del rapporto”. Il legale ha inoltre chiesto il trasferimento del ragazzo in un altro istituto di pena, temendo possibili aggressioni da parte di altri detenuti.

Le reazioni dei due papà – Un fiume di parole, carico di dolore, sgorga anche dalle bocche dei genitori. Da una parte Domenico Tucci, padre dell’omicida, che tenta un’impossibile difesa umana del figlio, travolto dagli eventi: “Chiedo scusa a tutti, non ce lo saremmo mai aspettati, siamo distrutti. Martina per me e mia moglie era come una figlia. Alessio non era ossessionato, era innamorato. Vederla chattare con un altro lo ha sconvolto”. E conferma quanto già emerso nei giorni scorsi: “Sì, mia moglie disse alla madre di Martina di stare attenta: aveva scoperto che frequentava più di un ragazzo”. Dall’altra, la testimonianza straziante dei genitori di Martina, che oggi rielaborano ogni dettaglio con occhi nuovi. “Lui ci ha aiutati nelle ricerche – racconta il padre, Marcello Carbonaro – era in macchina con me mentre cercavo mia figlia. Quando lo chiamai, mi disse solo: ‘Ha fatto la sua strada e io la mia’”. Un’apparente freddezza che oggi suona come beffa atroce. “Dopo l’omicidio è tornato a casa, ha fatto la doccia, ha mangiato ed è uscito”, aggiunge ancora.

Lo schiaffo a Martina e la conversazione tra le madri dei ragazzi – Enza Cossentino, la madre di Martina, ha chiesto pubblicamente l’ergastolo per il responsabile: “Chi le ha fatto del male pagherà. Ora che non ho più mia figlia, non so chi mi stia dando la forza: forse i miei angeli, mia madre, mio padre e lei”. Ricorda un episodio di tre settimane prima: uno schiaffo che Alessio avrebbe dato alla ragazza, taciuto all’epoca per paura di rovinare una cena. “Mia figlia diceva di aver sopportato troppo. Oggi temo che mi abbia nascosto altro”. E torna con la memoria anche a una conversazione con la madre di Alessio: “Mi disse ‘stai attenta ai social, qualcuno può violentare e uccidere’. Ora mi chiedo: parlava di suo figlio? Aveva intuito qualcosa e non ha avuto il coraggio di dirmelo?”

L’indagine e l’autopsia – Nel frattempo, la Procura di Napoli Nord ha fissato per il 3 giugno il conferimento dell’incarico per l’autopsia, che sarà eseguita lo stesso giorno. I genitori di Martina sono assistiti dall’avvocato Sergio Pisani. L’ipotesi di reato a carico di Tucci è quella di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.

Il sottosegretario Mantovano in visita alla famiglia – Sulla vicenda è intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, in visita ad Afragola per manifestare la vicinanza del Governo alla famiglia della vittima: “Episodi come il terribile omicidio di Martina non sono prevedibili mai in assoluto e soprattutto non per decreto. Ma si possono creare le condizioni per restringere l’area del degrado. È ciò che stiamo facendo a Caivano e che vogliamo estendere ad altre zone a rischio”. “Abbiamo individuato un modello operativo che permette di realizzare alternative concrete quotidiane, per contrastare le tentazioni della droga e di altre forme di devianza. Tutti dobbiamo partecipare, è un gioco di squadra”, ha aggiunto, sottolineando il ruolo cruciale del sociale nella prevenzione della violenza.

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