Il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, è stato arrestato nella serata di ieri con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità. A bloccarlo sono stati i militari della Guardia di Finanza di Massa Lubrense, che lo hanno sorpreso mentre riceveva del denaro nel corso di una cena seguita a un evento sportivo.
L’operazione, condotta sotto il coordinamento della Procura di Torre Annunziata, guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso, si inserisce in un’indagine che punta i riflettori su presunti reati contro la pubblica amministrazione. Secondo quanto trapela dagli ambienti investigativi, il primo cittadino sarebbe stato colto in flagranza proprio mentre intascava una mazzetta, al termine di un incontro informale.
Massimo Coppola, 48 anni, è un avvocato iscritto al Foro di Torre Annunziata. La sua carriera politica è cominciata nel 2010 come consigliere comunale. Dal 2014 ha ricoperto ruoli di assessore, occupandosi di deleghe strategiche come Politiche giovanili, Commercio, Artigianato, Marketing territoriale, Mobilità e Protezione civile. Nel 2020 la consacrazione: eletto sindaco al ballottaggio con il 60,55% dei voti (5.461 preferenze), superando lo sfidante Mario Gargiulo, fermo al 39,45% (3.558 voti).
Appoggiato da una coalizione eterogenea, Coppola ha governato senza simboli di partito ma con l’appoggio di civiche di area centrodestra e centrosinistra, tra cui Sorrento Adesso, Nuova Sorrento e Viviamo Sorrento, oltre al Partito Democratico.
Il suo mandato era ormai prossimo alla scadenza, ma l’arresto rischia ora di segnare una fine anticipata e clamorosa. L’inchiesta è solo all’inizio, ma quanto accaduto solleva pesanti ombre sulla trasparenza amministrativa nella cittadina costiera, già proiettata verso la prossima tornata elettorale.