Castel Volturno (Caserta) – Diciassette anni dopo quel tragico 16 maggio del 2008, Castel Volturno continua a onorare la memoria di Domenico Noviello, l’imprenditore che pagò con la vita il coraggio di dire no al racket. Fu assassinato dai sicari del clan dei casalesi per aver denunciato nel 2001 il tentativo di estorsione subito. Un gesto che segnò la sua condanna, ma che oggi resta un simbolo di dignità e resistenza civile.
Come ogni anno, la Fai – Federazione Antiracket e Antiusura Italiana ha promosso una giornata di commemorazione in suo onore. Un’iniziativa non solo di memoria, ma di impegno collettivo contro l’oppressione mafiosa, capace di unire istituzioni, studenti, familiari, associazioni e cittadini sotto il segno della legalità. Il cuore della commemorazione è stato piazzetta Domenico Noviello, intitolata proprio a lui, dove si è svolta una cerimonia partecipata e sentita, alla presenza del figlio, Massimiliano Noviello, e di numerosi rappresentanti della comunità locale. Volti, voci, abbracci: un mosaico di affetto e consapevolezza, per non permettere che l’oblio seppellisca il sacrificio di chi ha avuto il coraggio di opporsi alla camorra.
Il secondo momento della giornata si è svolto nell’aula consiliare “Vincenzo Rega” del Comune, dove le autorità e il direttivo della Fai hanno incontrato gli studenti di diversi istituti scolastici cittadini. Un confronto diretto e coinvolgente, in cui si è discusso dell’importanza dell’impegno civico, del dovere morale di denunciare ogni forma di sopruso e del significato profondo dello slogan “Non sarai più solo”, che accompagna da sempre la battaglia della Federazione.
Tra i protagonisti dell’incontro gli studenti dell’Isis “Vincenzo Corrado”, che hanno aperto la mattinata con l’esposizione di un imponente striscione tricolore, per poi rivolgere numerose domande agli ospiti istituzionali. A rispondere, con competenza e passione civile, sono stati il prefetto di Caserta, Lucia Volpe, la commissaria straordinaria del governo antiracket e antiusura, Maria Grazia Nicolò, e il commissario regionale Antiracket, Santi Giuffrè.
Un appuntamento che, anno dopo anno, rinnova l’impegno di un territorio che vuole liberarsi dalle catene dell’omertà. Il nome di Mimmo Noviello continua a camminare tra le nuove generazioni, ricordando che la scelta della denuncia è difficile, ma può cambiare il corso della storia. IN ALTO IL VIDEO