Aversa, De Cristofaro come Raggi: è sempre e solo colpa sua?

di Antonio Arduino

Aversa – E’ proprio vero che cambiando prospettiva, guardando da lontano, si modifica il senso delle cose. Leggendo che il sindaco di Aversa, Enrico De Cristofaro, sarebbe stato destinatario di un avviso di garanzia per non aver  provveduto a mettere in sicurezza un edificio, in parte di proprietà comunale, per il quale il tribunale aveva ordinato un intervento immediato, finalizzato a tutelare l’incolumità dei cittadini chi, come me, non vive ad Aversa e apprende notizie della città affidandosi ai social e ai mezzi di informazione on line che riportano attacchi al sindaco considerato responsabile di quanto potrebbe accadere se l’edificio crollasse, ha la sensazione che la città sia governata da un “delinquente”.

Un sindaco entrato nell’occhio del ciclone mediatico per essere stato arrestato, e rimesso in libertà in attesa del processo, per un appalto assegnato ad una proprietà comunale, concessa in comodato d’ uso gratuito all’Adisu, una struttura amministrativa dell’Università con sede a Caserta, e tornato nell’occhio del ciclone perché la magistratura avrebbe emesso un avviso di garanzia, per  responsabilità connesse al possibile crollo di un edificio, di parziale proprietà comunale, tenuto in condizioni di tale degrado da imporre di condannare il comune di Aversa per non avere ottemperato a quanto necessario per mettere l’edificio in sicurezza. In realtà, leggendo con occhio critico quando riportato da testate locali online viene normale chiedere se chi attacca il primo cittadino abbia ragione di farlo. Non c’è dubbio che anche l’attuale primo cittadino di Aversa abbia delle responsabilità nella  vicenda ma, considerando che la prima condanna fatta al Comune di Aversa dal tribunale è datata 2008, stando a quando afferma l’ex vicesindaco Federica Turco, principale “accusatore” del sindaco,  e nel 2009, stando a quanto afferma il sindaco, vene logico chiedersi perché nessuno dei politici negli anni dal 2008-2009 ad oggi abbia messo il becco nella vicenda, mentre ora si vuole fare apparire come un “delinquente” il sindaco in carica, proprio adesso che il tribunale ha emesso, come suol dirsi, un atto dovuto, indirizzato come è prassi al responsabile pro tempore della guida della città.

E’ un po’ come per i problemi della capitale d’Italia che sono ricaduti sulle spalle dell’attuale sindaco di Roma, Virginia Raggi, dopo anni e anni di segnalazioni andate a vuoto. Sicuramente il sindaco in carica di una qualsiasi città, a qualunque partito appartenga, dovrebbe conoscere i problemi del suo territorio ed attivarsi per affrontarli e possibilmente risolverli, se non vuole diventare corresponsabile di quei problemi. E il sindaco di Aversa, stando alle dichiarazioni rilasciate alla stampa, si sarebbe attivato già nell’agosto 2016, subito dopo la sua elezione, quando è venuto a conoscenza dei fatti. Cosa che va verificata sul quando, sul come e su che cosa è avvenuto dopo l’esserne venuto a conoscenza ma spetta alla magistratura, e non ai consiglieri comunali, né ad ex componenti della giunta. Mentre sollecitare l’intervento di messa in sicurezza disposto dal tribunale fin dal 2008 era di sicuro compito di tutti coloro che hanno preceduto l’attuale primo cittadino.

Se De Cristofaro ha delle responsabilità per non aver sollecitato in maniera efficace i funzionari titolari del settore, dopo essere venuto a conoscenza del problema, sicuramente ne hanno anche i politici che oggi siedono in consiglio comunale e che sapevano della vicenda. Ne ha responsabilità il commissario prefettizio che ha guidato la città dopo la prematura scomparsa del sindaco Sagliocco che, se fosse ancora tra i vivi, entrerebbe d’ufficio tra coloro che dovevano essere a conoscenza dei fatti, come i componenti della sua giunta e della sua amministrazione. E allora perché accanirsi nel voler mostrare l’attuale sindaco di Aversa come una sorta di “criminale”? Si sa che quando qualcosa va male all’interno di una amministrazione comunale, regionale, provinciale, ospedaliera, condominiale o in una squadra di calcio, il primo ad essere chiamato in causa è chi è al vertice. Per questo, a mio personale parere, sembra quantomeno inopportuno fare affermazioni che danneggiano l’immagine di una città che l’elettorato consentirebbe di essere governata da persone poco affidabili. Meglio parlare di colpe, responsabilità e responsabili dopo le pronunce definitive dei tribunali. Anticipare processi e sentenze attraverso i media non fa bene all’immagine della città né ai cittadini.

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