“Win for life”, il Codacons lancia l’allarme

di Antonio Arduino

 AVERSA. Occhio a “Win for life”, ci si possono rimettere le penne. A lanciare l’allarme è la sezione cittadina del Codacons.

E’ il gioco dei record, presunti, e della pubblicità ingannevole, lanciato da Sisal, monopoli di Stato, il 29 settembre 2009. Ha avuto da subito un successo clamoroso. Incassi miliardari, per il gestore, con 15 estrazioni giornaliere, una ogni ora, dalle 8 alle 22 in cui il premio maggiore era rappresentato da un vitalizio, inizialmente di 4mila euro al mese per venti anni, successivamente portati a 6mila euro al mese, per combattere la concorrenza del Gratta & Vinci “Turista per sempre” del Consorzio Lotterie nazionali (ancora una volta lo Stato).

Da qualche settimana “Win for Life” è diventato ancora più appetibile con le proposte “Grattacieli” e “Viva l’Italia” che offrono nuove possibilità di vincita, compreso un premio immediato di 100mila euro, prevedendo estrazioni ogni cinque minuti, pubblicizzato con uno spot accattivante, diffuso da tutte le reti televisive, che si conclude con la frase accomodante “gioca il giusto”. Un consiglio che punta a scaricare la coscienza dello Stato che da una parte autorizza questo tipo di gioco (d’azzardo?), dall’altra finanzia programmi per combattere la dipendenza da gioco come quello attivato dal 2010 nell’Asl Caserta dal titolo che dice tutto “Non farti fregare, il gioco non è mai quello che sembra”.

Ma non solo wfl non è quello che sembra, vale a dire un gioco, dal momento che può trasformarsi in una vera e propria malattia capace di distruggere fisicamente ed economicamente l’individuo, come l’alcool o la droga, anche gli spot che pubblicizzano il gioco non sono quello che sembrano. Perché non è vero che indovinando 10 numeri e centrando l’undicesimo, assegnato dal sistema, si vincono di sicuro 4mila euro al mese per venti anni o i 100mila del nuovo gioco. Questo varrebbe in caso di un unico vincitore, ma se i vincitori sono di più il premio va diviso.

Quanto alle probabilità di vincita gli spot omettono di informa­re gli scommet­titori che in realtà, applicando il calcolo combinato­rio, la possibilità percentuale di vittoria risulta pari a 1 su 184.756, ovvero lo 0,00054 per cento. Se a questo si aggiunge che per centra­re la rendita vitalizia è necessario indovinare anche il cosiddetto “numerone” la percentuale passa a 1 su 3.695.120 ovvero lo 0,000027 per cento dimostrando quanto sia ingannevole la pubblicità di win fir life.

Un dato di fatto denunciato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), che si occupa anche della correttezza e della trasparenza della pubblicità, che il 30 marzo 2010 ha condannato la Sisal, in pratica lo Stato, al pagamento di una penale di 40mila euro. E’ niente se si considera che ad oggi nulla è cambiato, al punto che per negli spot che pubblicizzano i nuovi giochi per “Grattacieli” si afferma che c’è una possibilità su tre di vincere un premio e addirittura una su due per “Viva l’Italia” fornendo una informazione che può condizionare il comportamento dei possibili giocatori al punto da lasciare sul lastrico centina­ia di persone attirate dal miraggio di essere quell’uno che vince su i tre o i due che giocano.

La cosa, però, non preoccupa la Sisal, ovvero lo Stato, perché la normativa che tutela il soggetto ritenuto più debole, il giocatore, non prevede alcun tipo di attività coercitiva nemmeno in caso di condanna. Al massimo la Sisal, lo Stato, dovrà pagare qualche pagina sui giornali per pubblicizzare la sentenza. Però, poi, sempre lo Stato promuove e finanzia programmi per combattere la dipendenza da gioco che ha contribuito a creare pubblicizzando il gioco, ma senza volere perché ogni spot si chiude con la frase “gioca il giusto”, senza precisare giusto per chi.

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