Rapimento lampo nel Ragusano: tre arresti per il sequestro del 17enne Gaetano Nicosia

di Ettore Torrese

Accerchiato in strada e trascinato via nel buio da un commando armato, chiamato per nome davanti agli amici e caricato su un’auto dopo essere stato costretto ad abbandonare il telefono. Era la notte del 25 settembre quando il rapimento del 17enne Gaetano Nicosia ha scosso Vittoria, nel Ragusano: tre o quattro uomini, arrivati a bordo di due Fiat Panda, lo hanno prelevato mentre chiacchierava sotto casa. Poche ore dopo, oggi, martedì 2 dicembre, la polizia ha chiuso il cerchio sulle indagini: tre persone sono state arrestate con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione, furto aggravato e detenzione illegale di armi da fuoco.

Gli arresti e le accuse – A finire in carcere, su disposizione del gip del tribunale di Catania, sono Gianfranco Stracquadaini, 50 anni, Stefano La Rocca, 23 anni, e Giuseppe Cannizzo, 41 anni. L’operazione è stata condotta dalla polizia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, con il supporto della squadra mobile di Ragusa, della Sisco di Catania e del commissariato di Vittoria. Gli investigatori ritengono i tre responsabili del rapimento del giovane, figlio maggiore di una famiglia molto nota nel settore ortofrutticolo, accusandoli anche del furto di una delle vetture e dell’uso illecito di armi da fuoco.

La cattura del presunto capo – Stracquadaini, indicato dagli inquirenti come promotore e coordinatore del gruppo, era stato già arrestato a ottobre dopo un anno di latitanza. È ritenuto il regista del sequestro e, secondo la Dda, stava costruendo un nuovo gruppo criminale legato alla Stidda. Il 15 ottobre era stato catturato in un appartamento a Comiso: con sé aveva due pistole calibro 7,65 con matricola abrasa e una carta d’identità falsa. Per lui pendeva già un’ordinanza cautelare per associazione mafiosa, tentato omicidio e porto d’armi. Nell’aprile 2024 avrebbe ferito gravemente l’ex collaboratore di giustizia Roberto Di Martino. Le armi trovate nell’abitazione sono le stesse che, secondo gli accertamenti, sarebbero state utilizzate nel sequestro del giovane.

Il sequestro – Gli uomini, armati e con il volto coperto, arrivarono a bordo di due Panda, una nera e una bianca, si avvicinarono al gruppo di ragazzi e individuarono subito il 17enne. “Vogliamo solo lui”, avrebbero gridato prima di coprirgli il volto e portarlo via. Al giovane venne imposto di lasciare il cellulare, stratagemma che avrebbe dovuto impedire la localizzazione tramite celle telefoniche. Gli amici lanciarono subito l’allarme e, nella notte, le ricerche coinvolsero pattuglie ed elicotteri, mentre gli agenti approfondivano ogni elemento utile sulle attività della famiglia. Il ragazzo venne riconosciuto per strada da un amico, che lo fece salire in auto, gli consegnò un telefono e lo accompagnò in commissariato. Era passato meno di un giorno dal rapimento. Restano da chiarire le circostanze della liberazione e se sia stato chiesto un riscatto, voce circolata nelle ore successive ai fatti. Il legale della famiglia, l’avvocato Sebastiano Sallemi, aveva escluso “categoricamente” qualsiasi pagamento o contatto.

Le indagini – L’attività investigativa, avviata nell’immediato dalla Procura di Ragusa e poi passata alla Dda, è durata oltre un mese. Fondamentali le intercettazioni telefoniche e ambientali, le analisi tecniche del Servizio centrale operativo e la ricostruzione delle dinamiche interne al gruppo criminale. Secondo gli accertamenti, Stracquadaini avrebbe avuto un ruolo centrale, ideando, organizzando e partecipando materialmente al sequestro insieme agli altri due indagati. Le indagini hanno inoltre ricostruito il furto di una delle due Panda, quella blu, avvenuto a Ragusa la sera precedente al rapimento, e accertato la disponibilità di armi da fuoco utilizzate per il blitz. Gli elementi raccolti dagli inquirenti hanno condotto alle tre ordinanze cautelari e all’esecuzione dei provvedimenti nella mattina del 2 dicembre, arresti che segnano un passaggio decisivo nella ricostruzione del rapimento che ha sconvolto la comunità di Vittoria. IN ALTO IL VIDEO

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