Un presunto meccanismo basato su pratiche assicurative costruite a tavolino, tra falsi incidenti stradali, certificazioni mediche ritenute inesistenti e documentazione artefatta, è al centro di una vasta indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha raggiunto la fase conclusiva con 49 avvisi di garanzia. Contestati, in via provvisoria, reati che vanno dalla truffa aggravata all’associazione per delinquere, passando per falsità documentale, indebita percezione di contributi pubblici e autoriciclaggio. Gli indagati avranno ora 20 giorni per presentare memorie e repliche.
L’ipotesi degli inquirenti – Secondo la ricostruzione accusatoria, ancora tutta da verificare, il gruppo avrebbe costruito un sistema in grado di consentire a numerosi soggetti di ottenere indennizzi e vantaggi economici tramite pratiche fittizie: sinistri mai avvenuti, dichiarazioni non corrispondenti al vero, modelli Cai compilati ad hoc e referti ospedalieri manipolati. Un arco temporale che copre dalla fine del 2020 alla metà del 2022, con episodi contestati tra Maddaloni e altri centri vicini, per simulare incidenti stradali e attivare pagamenti assicurativi indebiti.
I presunti promotori – La guida del sodalizio viene attribuita ad un avvocato di Maddaloni e ad un altro concittadino. A loro, in fase preliminare, gli inquirenti contestano un ruolo di direzione nella pianificazione delle attività: reclutamento delle persone coinvolte, individuazione dei veicoli, predisposizione delle basi logistiche, gestione e spartizione dei proventi. Al centro anche la produzione della documentazione necessaria, comprese certificazioni mediche e atti utili alla costruzione dei falsi sinistri, nonché strategie giudiziali e stragiudiziali per sostenere le vertenze.
Le certificazioni mediche – Un ruolo ritenuto determinante è affidato a due medici di base attivi rispettivamente a Maddaloni e Arienzo. Nei loro confronti, l’ipotesi è di aver rilasciato certificati in qualità di pubblici ufficiali attestando lesioni mai riscontrate, in taluni casi senza visita del paziente. La prima è moglie di un ex giudice di pace già coinvolto in un procedimento poi chiuso a loro favore.
L’organizzazione delle pratiche – Tra le figure contestate ci sarebbero intermediari incaricati di contattare testimoni compiacenti, individuare partecipanti per i presunti sinistri e distribuire i proventi, oltre alla disponibilità di persone e mezzi per simulare l’accaduto. Nella versione della Procura, ognuno avrebbe avuto un ruolo nel rendere credibile la messinscena di lesioni, visite e richieste risarcitorie.
I collegamenti con altri procedimenti – La vicenda richiama un’altra indagine di ampio respiro, avviata su Marcianise, che coinvolge oltre 50 indagati e con atti processuali già fissati a gennaio. Le certificazioni oggetto di verifica sarebbero emerse anche in altre zone, dove alcune procure del Nord avrebbero aperto fascicoli paralleli in relazione alle sedi legali delle compagnie assicurative. In più occasioni, inoltre, si sono registrate archiviazioni a seguito del disconoscimento delle firme apposte su numerosi certificati da parte dei medici coinvolti.

