Droga nei quartieri di Salerno e provincia: 19 arresti

di Redazione

Operazione a largo raggio, quella effettuata all’alba di stamani, tra le province di Salerno, Napoli e Avellino, portando in poche ore all’esecuzione di 19 misure cautelari contro un sistema criminale che, secondo gli inquirenti, aveva trasformato la cocaina e il crack in un affare stabile, ramificato e redditizio. A eseguire i provvedimenti sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Salerno, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura salernitana.

Il provvedimento giudiziario – Otto le persone finite in carcere, undici quelle sottoposte agli arresti domiciliari. Tutti gli indagati rispondono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di droga. In carcere sono finiti: Mario Viviani, 36 anni; Lucia Franceschelli, 35 anni; Crescenzo Viviani, 64 anni; Gennaro Bucciano, 51 anni; Vito Votta, 37 anni; Simone Memoli, 27 anni; Alfredo Andrea Esposito, 30 anni; Marco Fabrizio Esposito, 32 anni. Agli arresti domiciliari: Simone Sica, 51 anni; Angelo Manzo, 33 anni; Stefano Di Lorenzo, 27 anni; Giuseppina Russo, 43 anni; Rosaria Landi, 26 anni; Teresa Patrizia D’Aiutolo, 65 anni; Mario Votta, 42 anni; Azdine Makbol, 34 anni; Giuseppe Del Regno, 35 anni; Pasquale Ferrara, 44 anni; Stefano Giella, 40 anni.

La rete dello spaccio tra città e provincia – L’organizzazione, secondo l’impianto accusatorio, operava soprattutto in diversi quartieri di Salerno e nei comuni di Pontecagnano Faiano e San Mango Piemonte. Al vertice viene indicato Mario Viviani, ritenuto capo promotore e coordinatore dell’intera rete, nonostante fosse già sottoposto agli arresti domiciliari nella zona di Ogliara. Da lì avrebbe continuato a dirigere l’intera filiera dello spaccio. Accanto a lui, la compagna Lucia Franceschelli, indicata come referente per la gestione dei contatti e delle risorse economiche, e Crescenzo Viviani, padre del presunto vertice, con funzioni operative di supporto. Un ruolo centrale nelle forniture sarebbe stato svolto da Simone Memoli, in collegamento con Gennaro Bucciano, e Giuseppina Russo.

Il secondo gruppo e le nuove piazze di spaccio – Le indagini hanno fatto emergere anche la nascita di un gruppo autonomo guidato da Vito Votta, ex appartenente al sodalizio principale, che dal dicembre 2022 avrebbe organizzato una propria rete con il coinvolgimento di familiari nei territori di Pontecagnano Faiano, Bellizzi e Battipaglia.

Le cessioni documentate e i sequestri di droga – I militari hanno documentato numerose cessioni al dettaglio, con dosi comprese tra 0,3 e 0,5 grammi vendute a circa 30 euro ciascuna. L’attività ha portato al sequestro di oltre un chilogrammo di cocaina e crack, all’arresto in flagranza di cinque spacciatori e alla denuncia di altri due. Nel corso delle perquisizioni, effettuate anche con l’ausilio delle unità cinofile del nucleo di Sarno, sono stati rinvenuti ulteriori quantitativi di stupefacente.

Dal traffico al riciclaggio – Un capitolo decisivo dell’inchiesta riguarda la gestione dei proventi. Gli investigatori hanno riscontrato un tenore di vita non giustificato dai redditi dichiarati, in particolare per Viviani e Franceschelli. Dal 2019, secondo la Procura, le spese sarebbero state sostenute con proventi illeciti stimati in circa 1 milione e 200mila euro l’anno. Sono stati sequestrati un immobile a Salerno, due terreni, arredi e beni strumentali, oltre a crediti fiscali per 498.500 euro. Sotto sequestro anche un immobile acquistato per 95mila euro e ristrutturato con altri 120mila euro, perlopiù in contanti, ritenuto investimento diretto dei proventi dello spaccio. IN ALTO IL VIDEO

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