Mondragone (Caserta) – Lo scorso 23 novembre con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Sessa Aurunca-Teano-Calvi e Alife-Caiazzo, monsignor Giacomo Cirulli, presso la parrocchia di San Giustino, in Levagnole di Mondragone, ha fatto il suo ingresso come parroco, don Luciano Marotta. In tale frangente abbiamo deciso di avere un confronto con il sacerdote di questa comunità per approfondire la suddetta notizia.
“La comunità di San Giustino – ha precisato don Luciano – negli ultimi anni è stata guidata da don Emilio Fusco, il quale raggiungendo l’età canonica stabilita come limite per la missione parrocchiale, ha rimesso il suo mandato. Il vescovo Cirulli, a questo punto ha deciso di designare me come parroco presso la chiesa di Levagnole”. Per quanto concerne l’azione pastorale che adesso dovrà essere messa in cantiere in questa frazione di Mondragone, don Luciano ha subito annunciato: “Questa comunità ha una specifica connotazione, visto che ci troviamo in una realtà vicina al mare e d’estate è contraddistinta dalla cospicua presenza di turisti, avvieremo una pastorale rivolta ai bagnanti, ai villeggianti e agli operatori turistici, oltre che ai residenti”.
Ma le novità nell’assetto ecclesiale non finiscono qui, in quanto lo stesso don Luciano ha aggiunto: “Sabato 29 novembre ho fatto il mio ingresso – con una celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Cirulli – anche nella vicina comunità di San Giuseppe Artigiano, dove per il momento sono amministratore parrocchiale. Pure qui mi occuperò della pastorale, in quanto i padri Passionisti fra qualche anno lasceranno la casa e la chiesa di San Giuseppe. Quindi il vescovo ha pensato ad un’azione pastorale condivisa tra San Giustino e San Giuseppe artigiano”. Nel messaggio di ringraziamento per il suo ingresso a San Giustino don Luciano ha manifestato “la gioia di iniziare una nuova avventura di Dio con voi e per voi”.
Con questo spirito, infatti, alcuni giorni prima ha incontrato i membri del consiglio pastorale e i fedeli, prima di effettuare l’ingresso, al fine di riavviare le iniziative pastorali dopo un periodo di chiusura. “È stato un incontro organizzativo, ma ho deciso per la catechesi di mettermi in ascolto delle comunità di San Giustino e San Giuseppe per strutturare le attività parrocchiali”. Alla cerimonia di ingresso erano presenti anche i fedeli delle parrocchie che don Luciano ha guidato negli ultimi 20 anni: San Giovanni e Paolo in Casale di Carinola, Santa Maria in Foro Claudio di Ventaroli e San Donato; nonché i familiari del parroco e gli amministratori locali. Sul programma? Il sacerdote ha voluto richiamare l’attenzione dei fedeli – mediante un discorso di ringraziamento – sulla sinodalità della Chiesa, sul non considerare la stessa come una semplice istituzione gerarchica e religiosa, ma richiamando il Concilio Vaticano II, ha ribadito pure, il concetto del “segno visibile dell’unione tra Dio e l’umanità”, quello della “familiarità ecclesiale e della fraternità” ed infine il principio dell’amore, regola fondamentale dei rapporti umani nella dimensione ecclesiale, in cui non c’è chi comanda, ma si è chiamati a servire. “Vi esorto ad intraprendere insieme il cammino verso la profonda amicizia con Gesù” ha sottolineato don Luciano – aggiungendo poi l’invito “a prendersi cura gli uni degli altri”.
Infine, il nuovo parroco di Levagnole ha già avuto un’idea che ha proposto ai fedeli: “In questi giorni riordinando gli ambienti, ho trovato una croce in ferro, che mi hanno riferito andava sistemata sul campanile della chiesa e mi è venuta un’idea. Essendo la nostra comunità sul litorale e non essendoci un porto dove risplende un faro per le barche che ormeggiano, forse vedendo il nostro campanile e pensando che al più presto la croce venga sistemata ed illuminata, mi son chiesto, ma possiamo noi comunità di San Giustino, diventare un porto sicuro della fede? Perché il nostro campanile non diventa quel faro di Luce per coloro che svolgono l’attività balneare sul nostro litorale? Qui chi passa per andare al mare deve trovare la fede, la speranza e la carità, attraverso il sostegno e l’accoglienza di tutti”.

