Si chiude la stagione delle suggestioni, si apre quella dei codici. La Procura di Civitavecchia porta in tribunale la vicenda dei presunti prodigi di Trevignano Romano: rinvio a giudizio per Gisella Cardia, nota come “veggente di Trevignano”, e per il marito Gianni Cardia, accusati di concorso in truffa. Secondo gli inquirenti, i due avrebbero inscenato “apparizioni e trasudazioni della Beata Vergine” e preannunciato “futuri cataclismi e sciagure, come terremoti” per spingere i fedeli a donare. Al centro del dossier una raccolta di circa 365mila euro che, per l’accusa, “non risulta destinata alle opere benefiche previste nello statuto”. Il processo si aprirà il 7 aprile 2026 davanti al Tribunale di Civitavecchia.
L’impianto accusatorio – Le contestazioni ricostruiscono un meccanismo fondato su messaggi e segni attribuiti alla Madonna di Trevignano, utilizzati – questa l’ipotesi investigativa – per ottenere elargizioni. Le somme, secondo l’accusa, non avrebbero seguito i binari statutari, alimentando il sospetto di una truffa ai danni dei fedeli.
La difesa – La linea difensiva di Gisella Cardia, affidata all’avvocato Solange Marchignoli, punta sulla trasparenza del dibattimento. “La signora accoglie con serenità la notizia del rinvio a giudizio, consapevole che si tratta di un passaggio necessario per poter finalmente chiarire, nelle sedi opportune, ogni aspetto della vicenda”. “Per quanto possa sembrare paradossale – ha aggiunto – la signora si dichiara anzi sollevata, poiché ritiene che questo momento rappresenti l’occasione per far emergere in modo trasparente la verità dei fatti e per mettere definitivamente fine a ogni forma di speculazione, fraintendimento e polemica che l’hanno, suo malgrado, coinvolta in questi mesi”. “Confida pienamente nel lavoro della magistratura e resta serena, nel segno della verità”.
Le origini del culto – Il fenomeno nasce nel 2016, quando la donna afferma di ricevere messaggi e visioni su una collina affacciata sul lago di Bracciano. Nel tempo, il richiamo dei raduni mensili attira centinaia di persone, fino alla presa di distanza della Chiesa locale che invita i fedeli alla prudenza.
Il processo – L’udienza del 7 aprile 2026 aprirà il confronto tra accusa e difesa davanti al Tribunale di Civitavecchia. Sul tavolo, la ricostruzione delle “apparizioni”, il flusso delle donazioni e la destinazione delle risorse: sarà l’aula a stabilire se quelle lacrime e quei messaggi fossero fede o artificio.

