Una serra di marijuana nel pieno centro cittadino di Città di Castello (Perugia), nascosta tra le mura di un appartamento e un capanno in giardino: è quanto hanno scoperto le Fiamme gialle della locale compagnia, che hanno arrestato un uomo di 41 anni e una donna di 33 anni, entrambi italiani, sequestrando oltre mezzo chilo di stupefacenti tra hashish, marijuana e cocaina.
La scoperta – L’indagine è partita da un controllo fiscale nei confronti dell’uomo, titolare di una ditta individuale per la manutenzione di impianti di riscaldamento e raffrescamento, sospettato di gravi irregolarità. Durante l’accesso all’abitazione in uso alla coppia, i militari hanno notato una stanza adibita a serra: lampade a led, timer, ventole, fertilizzanti e sacchi di argilla espansa ricreavano le condizioni ideali per la coltivazione di marijuana. Una seconda serra è stata rinvenuta in un piccolo capanno situato nel giardino dell’immobile.
Il sequestro – All’interno dei due ambienti sono state trovate numerose piante di marijuana, alte tra i 30 e i 60 centimetri, sistemate in vasi e accuratamente nascoste. Le perquisizioni successive hanno portato alla luce un vero e proprio bazar di droga: cinque panetti di hashish per un totale di oltre mezzo chilo, un “sasso” di cocaina del peso di oltre 50 grammi e più di 150 semi di marijuana pronti per la coltivazione.
L’attrezzatura dello spaccio – Oltre alle sostanze stupefacenti, i finanzieri hanno rinvenuto 140 grammi di sostanza da taglio, sei bilancini di precisione con tracce di cocaina, 620 euro in contanti, due telefoni cellulari e varia attrezzatura utilizzata per l’attività di spaccio. Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro.
Gli arresti – Al termine delle operazioni, i due conviventi sono stati arrestati in flagranza di reato per produzione e spaccio di stupefacenti. Su disposizione del magistrato di turno della procura di Perugia, entrambi sono stati condotti nella casa circondariale di Capanne.
Il valore della droga – Le analisi di laboratorio hanno confermato l’elevato grado di purezza delle sostanze sequestrate: dalla quantità rinvenuta si sarebbero potute ricavare oltre 7.000 dosi, per un valore al dettaglio stimato in circa 60mila euro. IN ALTO IL VIDEO

