San Marcellino (Caserta) – «Negligenze» nella tutela dei lavoratori quelle che denuncia la UilTrasporti Campania che chiede lo stop immediato al lavoro in singolo e allo straordinario obbligatorio per il cantiere di igiene urbana del Comune di San Marcellino. Nel mirino l’assenza di un elettrocardiogramma nella sorveglianza sanitaria e l’utilizzo improprio di mansioni superiori per il personale di livello J.
Il caso – Al centro della segnalazione c’è il malore che ha colpito, nei giorni scorsi, un dipendente, in forza alla Ecoce Srl. Secondo il sindacato, solo il caso avrebbe evitato un epilogo drammatico. «Una tragedia sfiorata quella che ha coinvolto un lavoratore del cantiere di igiene urbana del Comune di San Marcellino, dipendente della Ecoce Srl, colpito da infarto nei giorni scorsi. Solo il caso, e non la prevenzione, ha evitato l’ennesimo dramma sul lavoro», afferma UilTrasporti.
Le accuse del sindacato – La sigla parla di «situazione ormai intollerabile» e di norme elementari di tutela della salute e della sicurezza ignorate da tempo. «Il lavoratore, pur non essendo in servizio al momento dell’evento, era stato sottoposto di recente a visita medica aziendale, senza che fosse effettuato l’elettrocardiogramma, un esame basilare previsto dalla sorveglianza sanitaria, soprattutto per mansioni ad alto sforzo fisico e rischio cardiovascolare», denuncia l’organizzazione, che definisce «negligenza inaccettabile» la mancata esecuzione dell’esame, indice – a loro dire – di scarsa attenzione alla prevenzione da parte della direzione e del medico competente.
Organizzazione del lavoro – UilTrasporti sostiene che il lavoratore sarebbe stato impiegato «sistematicamente da solo» in attività da svolgere in coppia, senza le garanzie previste per contesti operativi potenzialmente rischiosi. Una prassi che, per il sindacato, «viola i principi fondamentali del decreto legislativo 81/2008» e che avrebbe dovuto comportare «la sospensione delle attività in modalità singola». A ciò si sommerebbe «un carico di lavoro sproporzionato», alimentato da ordini di servizio e straordinario obbligatorio «spesso comunicati con modalità vessatorie e privi di concertazione sindacale», con «stress lavoro-correlato» più volte segnalato «senza alcuna misura correttiva».
Le tre misure disattese – Per la sigla, sarebbero bastati tre interventi per prevenire l’episodio: sospendere il lavoro in singolo per garantire sicurezza operativa; eseguire l’elettrocardiogramma durante la visita medica, come previsto; interrompere il ricorso sistematico allo straordinario obbligatorio che «ha portato i lavoratori a livelli di stress inaccettabili». «Il mancato rispetto di queste tre misure è la prova evidente di una gestione aziendale irresponsabile e potenzialmente pericolosa», accusa UilTrasporti.
Le richieste all’azienda – «Consideriamo quanto accaduto un campanello d’allarme gravissimo», afferma la sigla, che chiede «la sospensione immediata delle attività in modalità singola», «la cessazione dell’utilizzo improprio dei lavoratori di livello J in mansioni superiori» e «la revoca immediata dello straordinario obbligatorio». «Non si può continuare a considerare la sicurezza come un costo o un intralcio produttivo. Parliamo di vite umane, di padri e madri di famiglia che lavorano ogni giorno in condizioni di rischio crescente», prosegue la nota.
Il richiamo alle istituzioni – Secondo UilTrasporti, «il caso del lavoratore di San Marcellino non è un episodio isolato, ma la conseguenza diretta di un modello organizzativo sbagliato e pericoloso». «La sicurezza non è una gentile concessione, è un diritto costituzionale. E se l’azienda non è in grado di garantirlo, dovranno intervenire le autorità e la magistratura. Questa volta si è sfiorata una tragedia, la prossima potrebbe essere irreparabile», conclude l’organizzazione.

