Dopo giorni di polemiche e riflessioni, Andrea Sempio ha revocato il mandato al suo legale Massimo Lovati. Il 37enne, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, ha comunicato la scelta martedì, spiegando di essersi “preso tempo” per valutare le conseguenze delle esternazioni del difensore nelle ultime settimane.
La decisione e il nuovo assetto difensivo – Secondo fonti vicine alla difesa, la decisione è maturata al termine di un incontro pacifico tra Sempio e i suoi legali. In un video trasmesso da Quarto Grado, Sempio aveva annunciato di volersi prendere qualche giorno “per riflettere” sull’opportunità di mantenere Lovati nel team. La valutazione si è chiusa con la revoca: “Andrea Sempio ha revocato il mandato all’avvocato Massimo Lovati”. Nel collegio resta l’avvocata Angela Taccia, che sarà affiancata nei prossimi giorni da un nuovo professionista, il cui nome verrà comunicato ufficialmente.
Le frasi che hanno innescato la bufera – A scatenare la crisi è stato un crescendo mediatico iniziato con la partecipazione di Lovati alla trasmissione Falsissimo di Fabrizio Corona. Il legale, con toni ironici e offensivi verso i propri assistiti, aveva definito i membri della famiglia Sempio “ignoranti come capre”. Ospite di Dentro la notizia su Canale 5, aveva poi rivendicato quel registro come “strategia difensiva”, sostenendo che “a volte offendere i propri clienti serve a smuovere i giudici”. Nel video diffuso da Corona, Lovati – visibilmente provato – scherzava sul soprannome “Gerry la Rana” e su episodi personali, quindi si giustificava: “Mi ha tradito, non so cosa ho detto a furia di bere”. La Procura di Pavia ha smentito categoricamente alcune sue ricostruzioni, definendole “destituite di ogni fondamento”.
Il fronte disciplinare e penale – L’Ordine degli avvocati di Pavia ha deliberato il 6 ottobre la segnalazione del caso al Consiglio distrettuale di disciplina di Milano, richiamando la necessità di verificare eventuali violazioni dei doveri di dignità e decoro della professione. Parallelamente, Lovati è indagato a Milano per diffamazione aggravata dopo la querela dello studio legale Giarda, che aveva difeso Alberto Stasi nel processo per il delitto di Garlasco. Lovati ha nominato come difensore di fiducia l’avvocato Fabrizio Gallo e ha chiesto di essere interrogato dal pubblico ministero Fabio De Pasquale per chiarire la propria posizione. In interviste successive ha parlato di “fraintendimento mediatico”, ammettendo espressioni “in modo teatrale” e chiedendo scusa alle famiglie eventualmente offese, precisando di non aver mai voluto “mancare di rispetto alle vittime o alla memoria dei loro cari”.
L’inchiesta su Garlasco e la posizione di Sempio – La revoca del mandato arriva mentre la nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, resta aperta in Procura a Pavia. Dopo due archiviazioni, Sempio è indagato per concorso in omicidio. Il procuratore capo Fabio Napoleone ha ricordato che le affermazioni di Lovati sui magistrati titolari del fascicolo “sono prive di riscontri”, precisando che l’assegnazione al procuratore aggiunto Stefano Civardi è avvenuta solo dopo la riapertura formale dell’inchiesta, nel febbraio 2024. In attesa di sviluppi, Sempio resta indagato, assistito ora da un collegio rinnovato.
Il Riesame su Mario Venditti – “Ho la vita rovinata, non ho mai preso un euro a parte quelli del mio stipendio”. Lo ha dichiarato Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia, nelle dichiarazioni spontanee rese durante l’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Brescia. I legali del magistrato in pensione hanno chiesto il dissequestro dei dispositivi informatici sequestrati lo scorso 26 settembre. Venditti, che nel 2017 archiviò l’indagine su Sempio, è indagato per corruzione in atti giudiziari nell’inchiesta bis sul delitto di Garlasco. Al termine dell’udienza ha lasciato il palazzo di giustizia da un’uscita sul retro, senza rilasciare dichiarazioni. Il Riesame si è riservato e deciderà entro dieci giorni.
La linea della difesa di Venditti – “Ci vuole senso di responsabilità prima di rovinare la vita delle persone”, ha affermato l’avvocato Aiello, criticando l’eco mediatica delle iniziative della Procura di Brescia sulle perquisizioni e i sequestri a Venditti, accusato di aver archiviato il fascicolo nel 2017 in cambio di denaro. Per la difesa “non c’è alcuna prova” che Andrea Sempio o i suoi genitori, Giuseppe Sempio e Daniela Ferrari – non iscritti nel registro degli indagati – lo abbiano corrotto: “In un caso del genere almeno il corruttore lo devi trovare”, ha osservato il legale rivolgendosi alla pm Claudia Moregola e al procuratore Francesco Prete, secondo cui gli indizi sarebbero sufficienti per le perquisizioni, non trattandosi di una misura cautelare. La Procura non ha depositato nuovi atti durante l’udienza, mentre la difesa ha presentato una “voluminosa memoria” e si dice pronta a un secondo ricorso al Riesame contro il sequestro del 9 ottobre nell’altra inchiesta “Clean 2”, nata a Pavia e trasmessa a Brescia per competenza, che vede Venditti indagato per corruzione e peculato in relazione ai rapporti con i fratelli D’Arena e le società Esitel e CR Service. Secondo la Procura, l’ex aggiunto e il pm Pietro Paolo Mazza sarebbero stati al centro di una “anomala gestione dei noleggi” di auto e di ulteriori “anomalie” nella sala CIT della Procura di Pavia.