Aversa (Caserta) – Un’altra stoccata giudiziaria colpisce il Comune di Aversa e, in particolare, l’Ufficio tecnico: la giustizia amministrativa ha annullato per gravi motivi l’ennesimo diniego ritenuto illegittimo a un intervento edilizio richiesto dalla società Idea.
Il caso – La vicenda inizia nel dicembre 2019, quando Idea chiede il permesso di costruire per un intervento “piano casa” di demolizione e ricostruzione nelle aree industriali degradate dell’ex complesso Ciardulli. Di fronte al silenzio dell’ente, il ricorso al Tar curato dall’avvocato Fabrizio Perla porta, con la sentenza n. 3928/2022, all’accertamento dell’illegittimità dell’inerzia amministrativa e alla condanna del Comune a provvedere.
La cronologia – Seguono solleciti e interlocuzioni fino alla nomina del commissario ad acta. Proprio quando il commissario sta per insediarsi, nel maggio 2023, il Comune avvia un nuovo preavviso di diniego. La società lo contesta puntualmente; l’ente però non decide e solo il 22 maggio 2024 adotta il provvedimento definitivo di diniego.
La nuova bocciatura del Tar – Impugnato ancora dall’avvocato Perla, oggi arriva la sentenza numero 6691 che censura con severità Palazzo di Città. I giudici rilevano che, nel diniego definitivo, il Comune “ha inserito ben 7 nuove ragioni per non rilasciare l’invocato titolo edilizio…”. E aggiungono che l’amministrazione, “in violazione dei più elementari principi del contraddittorio procedimentale, [ha] introdotto nuove e diverse ragioni per negare il titolo richiesto”; ignorando, tra l’altro, che la società “nelle proprie difese introduce numerosi elementi di confutazione delle suesposte ‘nuove’ ragioni che evidenziano l’utilità del previo confronto in sede procedimentale all’esito del preavviso di rigetto”.
Le motivazioni e le conseguenze – Il Tar condanna il Comune di Aversa anche al pagamento delle spese e sottolinea come il comportamento dell’amministrazione risulti ancor più grave alla luce del tempo trascorso e delle numerose note inviate in precedenza alla ricorrente. Circostanze che, secondo i giudici, impongono l’annullamento dell’atto impugnato.