Aversa, beni confiscati inutilizzati: Baldascino accusa il sindaco di “propaganda” sul recupero

di Antonio Taglialatela

Aversa (Caserta) – Nel mirino dell’opposizione finisce la gestione dei beni confiscati ad Aversa. A intervenire è Mauro Baldascino, che attacca il sindaco Francesco Matacena, sostenendo che “annuncia progetti sui beni confiscati mentre lascia vuoti quelli già pronti”.

“Surreale propaganda” – “Durante il flash mob in difesa della libreria sociale ‘il Dono’ – spiega Baldascino – abbiamo assistito all’ennesima surreale propaganda dell’amministrazione comunale: il sindaco che si vanta, senza meriti, di aver chiesto un finanziamento per un progetto di recupero di un immobile confiscato alla camorra, elaborato dalla passata amministrazione. Un annuncio che suona beffardo di fronte alla realtà dei fatti”. “Quella scena aveva dell’incredibile: alle spalle del sindaco c’era incredulo il responsabile locale di Libera, l’associazione che poche settimane prima aveva denunciato al prefetto di Caserta e all’Agenzia nazionale per i beni confiscati l’inerzia proprio di questa amministrazione nell’utilizzare i beni confiscati già assegnati al Comune”.

Gli immobili già pronti – Baldascino si riferisce, in particolare a “due immobili già completamente ristrutturati, grazie a finanziamenti regionali, che rimangono inspiegabilmente inutilizzati: l’immobile di via De Chirico, destinato a ospitare l’Ufficio di Piano dell’Ambito Sociale C06, di cui il nostro Comune è ente capofila; e l’immobile di via Gramsci, da destinare a Centro di servizio alle famiglie”.

“Insulto a Forze dell’Ordine e Magistratura” – “Sono mesi che segnalo la questione, senza mai ricevere risposte concrete. Nel frattempo, – denuncia Baldascino – questi beni restano chiusi, sottratti alla comunità e alle finalità sociali per cui sono stati recuperati. L’abbandono dei beni confiscati alla criminalità organizzata non è solo inefficienza amministrativa: è un insulto al lavoro delle Forze dell’ordine e della Magistratura e alla memoria delle vittime della criminalità”.

“Giunta senza visione” – La vicenda dei beni confiscati è, però, secondo il consigliere, solo la parte più scandalosa di un problema oramai strutturale: “Questa Giunta non ha alcuna visione su come utilizzare il patrimonio immobiliare comunale e non ha dato ai dirigenti alcun indirizzo chiaro. Il risultato è paradossale e inaccettabile: la nostra città si trova con immobili ristrutturati e abbandonati, mentre decine di enti del terzo settore sono pronti e disponibili a utilizzarli per attività di valore sociale”.

Il caso Caianiello – Ne è emblema, per Baldascino, anche la vicenda del comitato per l’utilizzo della Casa della Cultura “Caianiello” (ex Macello, in via Tristano). “L’ennesima dimostrazione – conclude – di come questa amministrazione non sia in grado di valorizzare le risorse a disposizione della comunità”.

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