Una delle notti più buie dall’inizio dell’invasione. L’Ucraina si è risvegliata sotto una pioggia di fuoco: 800 droni e 13 missili lanciati dalla Russia hanno colpito la capitale Kiev, devastando quartieri residenziali e persino il palazzo del Consiglio dei ministri. Un attacco che segna una nuova e drammatica escalation, mentre Mosca continua a ribadire che il dialogo con l’Ucraina resta “ancora difficile”.
Strage a Kiev – Nel quartiere Sviatoshynski, i soccorritori hanno estratto dalle macerie i corpi di una donna di 32 anni e del figlio di appena due mesi. Una scena straziante, mentre il bilancio provvisorio dei feriti nella capitale è salito a 18. Le esplosioni hanno interessato anche i distretti Darnytski e Pecherski, dove le fiamme hanno avvolto tre condomini, diversi magazzini e automobili. In uno degli edifici colpiti a Darnytski, due agenti di pattuglia sono rimasti feriti durante i soccorsi.
Colpito il palazzo del governo – A confermare che l’edificio del Consiglio dei ministri è stato danneggiato è stata la premier ucraina Yulia Svyrydenko: “Il tetto e i piani superiori sono stati colpiti da un attacco nemico. I soccorritori stanno spegnendo l’incendio”, ha scritto su Telegram.
La reazione ucraina – L’attacco al cuore istituzionale di Kiev è stato denunciato dal ministro degli Esteri Andrii Sybiha, che ha parlato su X di “una grave escalation”. “Il cinismo più grande – ha aggiunto – sta nel fatto che questi brutali attacchi avvengono proprio in un momento in cui il presidente Trump sta compiendo ogni sforzo possibile per raggiungere la pace. Ma invece di rispondere a questi sforzi, Putin rifiuta la diplomazia e intensifica il terrorismo”.
Von der Leyen: ‘Il Cremlino calpesta la diplomazia’ – Dura anche la presa di posizione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che su X ha accusato la Russia di “prendere di mira edifici governativi e abitazioni civili”. “Ancora una volta il Cremlino si fa beffe della diplomazia, calpesta il diritto internazionale e uccide indiscriminatamente. L’Europa sostiene e continuerà a sostenere pienamente l’Ucraina”, ha aggiunto, annunciando nuove sanzioni e garanzie di sicurezza.
Zelensky rifiuta il summit a Mosca – In un’intervista alla Abc, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha per la prima volta respinto ufficialmente la proposta di un vertice con Putin nella capitale russa, rilanciando con una provocazione: “Può venire a Kiev quando vuole per parlare di pace”. Nel suo messaggio serale su Telegram, Zelensky ha anche sottolineato che “circa il 60% delle armi utilizzate dalle forze ucraine è di fabbricazione nazionale”, annunciando inoltre una nuova produzione congiunta con la Danimarca sul territorio danese per la realizzazione di componenti di droni e missili.
Attacco all’oleodotto Druzhba – L’Ucraina ha rivendicato un’azione mirata contro una stazione dell’oleodotto Druzhba nell’oblast russo di Briansk, da cui viene esportato il petrolio verso Slovacchia e Ungheria. A rivendicare il raid è stato Robert “Magyar” Brovdi, comandante delle forze ucraine di droni, che ha pubblicato un video insieme all’annuncio dello Stato maggiore ucraino.
Mosca: “Il dialogo è ancora difficile” – Dalla Russia, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, in un’intervista all’agenzia Tass, ha ribadito che il dialogo resta complesso ma ha sottolineato che “il sostegno al presidente Putin, e ai suoi colloqui con Trump, è assolutamente totale”.
Zakharova insulta i leader europei – In un’altra dichiarazione destinata a far discutere, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha definito i leader europei che si schierano con Kiev come “nani mutanti”. “I sette nani aiutavano Biancaneve e la sostenevano, di certo non la minacciavano”, ha affermato, paragonando i leader occidentali ai personaggi fiabeschi in chiave sprezzante.