Napoli, blitz anticamorra della Polizia: 25 arresti contro il clan Mazzarella

di Redazione

Napoli – Un’operazione ad alto impatto della Polizia di Stato ha colpito al cuore le attività criminali della camorra napoletana. All’alba di oggi, gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 25 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.

Diciotto indagati sono finiti in carcere, mentre per altri sono stati disposti gli arresti domiciliari e il divieto di dimora. L’operazione, concentrata nei quartieri di Forcella e Poggioreale, ha di fatto decapitato il vertice del clan Mazzarella, una delle cosche storicamente più radicate tra San Giovanni a Teduccio e il centro storico partenopeo.

Cortei armati e fiumi di droga – Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e guidate dal procuratore Nicola Gratteri, con il sostituto procuratore Simona Rossi, hanno acceso i riflettori sulle attività illecite gestite dalla camorra in dieci quartieri della città e in diversi comuni dell’hinterland. Tra i 57 indagati spiccano il boss Michele Mazzarella, attuale reggente della cosca, e diversi “colonnelli” del gruppo Buonerba, noto per la feroce contrapposizione con il clan Sibillo – la cosiddetta paranza dei bambini – che dieci anni fa insanguinò i vicoli dei Decumani.

Secondo l’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari Gianluigi Visco, il clan imponeva il pizzo a venditori di abbigliamento contraffatto e a spacciatori al dettaglio, costretti a versare fino a 2mila euro al mese per evitare ritorsioni.

Il raid armato del 2022 – Tra gli episodi più gravi documentati dagli investigatori, un assalto del 25 luglio 2022: nove uomini, armati, sfilano in corteo davanti all’abitazione di un debitore di Salvatore Rea e tentano di sfondare la porta, accompagnando l’irruzione con una sequenza di minacce di morte.

Il controllo sul territorio – La leadership operativa, dopo l’arresto di Michele Mazzarella, sarebbe stata affidata a Luciano Barattolo, affiancato da un nucleo ristretto di affiliati – tra cui Giuseppe Del Prete, Gaetano Galiero, Rosario Ciro Mazio, Ferdinando Spirito, Achille Liparulo, Pietro Uliano, Giuseppina Mazzarella ed Emanuele Giovanniello – che tenevano sotto scacco i rioni Sant’Alfonso di Poggioreale, San Giovanni a Carbonara, Forcella, la Maddalena, le Case Nuove, il Mercato, Porta Nolana e San Gaetano, estendendo la loro influenza anche ai comuni di San Giorgio a Cremano, Portici e a una vasta area del Vesuviano.

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