Catturato in Spagna Simone Bartiromo, il narcos napoletano latitante da tre anni

di Redazione

Era considerato uno dei narcos più temuti del panorama criminale campano, capace di intrecciare rapporti con clan camorristici e organizzazioni albanesi e spagnole. Dopo quasi tre anni di latitanza, Simone Bartiromo, 34 anni, è stato arrestato dai carabinieri vicino Alicante, in Spagna.

Bartiromo, originario di Marano e conosciuto negli ambienti criminali come “l’immortale”, era inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno. Il blitz che ha portato alla sua cattura, avvenuta nella serata di ieri a Orihuela, è stato condotto dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli con il supporto della Direzione centrale per i servizi antidroga e del Servizio di cooperazione internazionale di polizia. Decisiva, nella fase esecutiva, la collaborazione dell’Udyco – la polizia antidroga spagnola.

Il narcos dei clan – Bartiromo, ritenuto erede di Raffaele Imperiale, il “boss dei Van Gogh”, era un broker del narcotraffico internazionale e punto di riferimento per i clan Sorianiello del Rione Traiano e Amato-Pagano, i cosiddetti “scissionisti”. Dalla Spagna coordinava l’approvvigionamento di cocaina e hashish destinati alle piazze di spaccio di Napoli – tra cui la famigerata “zona della 99” – e ad altri snodi del traffico di droga in Campania, Sicilia e Puglia. Secondo le indagini, Bartiromo era l’anello di congiunzione tra i cartelli camorristici napoletani e le organizzazioni albanesi e spagnole. Un sistema collaudato, capace di far arrivare carichi di stupefacenti verso Melito, Mugnano, Scampia, Secondigliano, ma anche Palermo, Catania, Foggia e Brindisi.

La fuga e la rete criminale – L’ultima volta che era finito in manette risale al 2021, quando aveva 30 anni. All’epoca un’indagine scaturita dal sequestro di 25 chili di cocaina, nascosti in un carico di caffè proveniente dal Brasile e sbarcato al porto di Napoli, aveva già tracciato il suo profilo come narcos professionista e trasversale. Le successive inchieste lo hanno indicato come vicino ai clan Cutolo e Mele di Bagnoli e inserito nel gruppo criminale guidato da Giovanni Cortese, detto “’o cavallar”, ex braccio destro di Cosimo Di Lauro. IN ALTO IL VIDEO

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