Jabil Marcianise, Simonelli (M5S): “L’unica guerra è ai licenziamenti, il governo resta in silenzio”

di Redazione

Marcianise (Caserta) – «Ancora una volta, davanti ai cancelli della Jabil di Marcianise» È da lì che Aldo Simonelli, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, torna a denunciare una delle vertenze più drammatiche del Paese: la chiusura dello stabilimento Jabil e il futuro incerto per centinaia di famiglie. «I lavoratori stanno portando avanti la vertenza più importante d’Italia. Parliamo di oltre 400 famiglie, e quindi di un intero territorio che sta lottando per il diritto al lavoro e alla propria dignità».

Simonelli sottolinea un dato emblematico, spesso taciuto: il rifiuto collettivo delle dimissioni incentivate. «Solo uno su 406 ha accettato le condizioni. Gli altri hanno scelto di non piegarsi. È un gesto di enorme coraggio, un atto che merita rispetto e sostegno da parte di tutte le istituzioni”. Il consigliere del M5S richiama la mobilitazione dei lavoratori contro la complicità politica e il disinteresse delle istituzioni: «Ieri mattina si sono mobilitati davanti al Consolato americano a Napoli con uno striscione chiaro: ‘L’unica guerra è ai licenziamenti’. Perché qui si sta combattendo una guerra vera, contro l’indifferenza».  Un’accusa diretta è rivolta al Governo e, in particolare, alla Lega: «Il Governo Meloni guarda dall’altra parte. E abbiamo saputo qualche settimana fa che la Lega di Salvini si fa pure sponsorizzare dalla società che sta subentrando, la TME, con donazioni da 30mila euro. Una vergogna assoluta».

Infine, Simonelli rivendica con forza la presenza continua del Movimento 5 Stelle accanto ai lavoratori: «A chi parla di patriottismo davanti alle telecamere, rispondiamo con chi difende davvero il Paese: lottando per il proprio lavoro. Il Movimento 5 Stelle, a partire proprio dal consiglio comunale di Marcianise, fino a tutti i livelli istituzionali, non ha mai lasciato soli questi lavoratori. Qualche mese fa eravamo lì con Giuseppe Conte. Oggi ci siamo ancora. E continueremo a starci. Con la testa alta e, soprattutto, con la schiena dritta».

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