Superbonus e false fatture: 29 arresti e sequestri per 3 milioni tra Campania, Emilia e Lombardia

di Redazione

Un giro d’affari illecito da circa 24 milioni di euro, costruito su un sistema collaudato di fatture false e riciclaggio, è stato smascherato dalle forze dell’ordine al termine di un’indagine articolata che ha coinvolto tre regioni. Dalle prime luci dell’alba, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno eseguito 29 misure cautelari e 40 perquisizioni in dieci città tra Emilia-Romagna, Campania e Lombardia, con il sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.

L’operazione, frutto di mesi di accertamenti, è il risultato di un’attività investigativa congiunta condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica dell’Emilia-Romagna, in coordinamento con il Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica e con il Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna, sotto la direzione del pubblico ministero dottor Flavio Lazzarini della Procura della Repubblica del capoluogo emiliano.

A dare il via alle indagini è stata una segnalazione per movimentazioni sospette giunta alla Polizia Postale da parte di Poste Italiane: flussi di denaro, anche consistenti, in entrata e uscita da un conto corrente di recente apertura presso una filiale del bolognese, che si sono rivelati la punta dell’iceberg di un sistema ben più ampio e ramificato.

Nel mirino dell’inchiesta è finita un’organizzazione composta da imprenditori reali e fittizi, molti dei quali originari della Campania, che operava nel settore edilizio in Emilia-Romagna attraverso un collaudato meccanismo truffaldino. La rete emetteva e utilizzava fatture per operazioni inesistenti, gonfiando artificiosamente i costi aziendali al fine di evadere il fisco, abbattere i ricavi dichiarati e generare fondi “in nero” da reinserire nel circuito economico.

Secondo quanto accertato dagli investigatori attraverso intercettazioni, pedinamenti e ricostruzioni finanziarie, le imprese coinvolte saldavano le fatture fasulle con bonifici bancari, per poi rientrare in possesso del denaro in contanti tramite soggetti legati alla criminalità campana, trattenendo una percentuale per il “servizio” offerto. Il denaro così “ripulito” veniva reimpiegato, contribuendo a un sistema di riciclaggio e autoriciclaggio.

Particolare attenzione è stata riservata agli intrecci con la normativa sul Superbonus 110%, che secondo gli inquirenti avrebbe rappresentato uno degli ambiti d’azione dell’organizzazione criminale, sfruttata per gonfiare ulteriormente i profitti tramite lavori fittizi.

Le operazioni hanno visto coinvolte oltre 100 unità tra poliziotti e militari delle Fiamme Gialle, impegnati in interventi simultanei nelle province di Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì, Rimini, Caserta, Napoli e Mantova. Fondamentale il contributo tecnico del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico) della Guardia di Finanza e delle sezioni operative territoriali dei Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica. IN ALTO IL VIDEO

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