Sant’Arpino (Caserta) – Un’indagine giudiziaria che si allarga a macchia d’olio e arriva a lambire il Comune di Sant’Arpino, scuotendo le acque della politica locale. A sollevare il caso sono i consiglieri comunali Salvatore Lettera, Francesco Pezone e Domenico Cammisa, che nelle ultime ore hanno protocollato una richiesta urgente indirizzata all’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Ernesto Di Mattia. Al centro della polemica, gli sviluppi dell’inchiesta che coinvolge figure apicali della Econova s.r.l., società affidataria del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti anche sul territorio atellano.
Secondo quanto dichiarato dai tre consiglieri, l’indagine – in corso presso il comune napoletano di San Vitaliano – vede sotto la lente d’ingrandimento l’amministratore di fatto e il direttore tecnico della Econova per ipotesi di reato gravi e pesanti: tentata concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e depistaggio. Reati contro la Pubblica Amministrazione che, per Lettera, Pezone e Cammisa, non possono essere sottovalutati, soprattutto alla luce dell’affidamento del servizio sul territorio santarpinese.
Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, è stato Salvatore Lettera, a nome del gruppo Misto, a rompere il silenzio in Aula, denunciando l’assenza di prese di posizione da parte della Giunta: “Secondo quanto riportato da numerose testate giornalistiche online, l’indagine in corso presso il Comune di San Vitaliano coinvolge dirigenti della Econova tra cui l’amministratore di fatto e il direttore tecnico, per gravi ipotesi di reato contro la Pubblica Amministrazione. Eppure, il sindaco Di Mattia e l’assessore all’ambiente Gaetano Lavino non hanno proferito una sola parola sulla vicenda, nonostante la sua rilevanza pubblica e il potenziale riflesso sull’Ente”.
I tre consiglieri hanno posto l’accento sul confronto con altre amministrazioni comunali che si avvalgono dello stesso operatore economico: “Mentre in altri Comuni interessati dal servizio – come Dragoni e Camigliano – la notizia ha provocato un immediato scossone politico e amministrativo, a Sant’Arpino si continua a far finta di nulla. Né il sindaco né l’assessore all’ambiente hanno ritenuto di intervenire dopo le nostre dichiarazioni puntuali e documentate”.
Ma il j’accuse non si ferma qui. Nel mirino della minoranza finisce, ancora una volta, Giuseppe Limone, indicato come garante etico e culturale della maggioranza. Per l’opposizione, il suo silenzio sulla questione è tanto più grave in virtù del ruolo che riveste: “Di fronte a tale vicenda di rilevanza pubblica, ci saremmo attesi una parola chiara, netta, pubblica, proprio da chi rivendica, nel suo ruolo, l’esigenza di trasparenza, legalità e responsabilità morale nella gestione della cosa pubblica. In un momento così delicato, il suo silenzio non solo lascia perplessi, ma rischia di legittimare l’opacità amministrativa che si sta consumando sotto gli occhi di tutti”. I tre consiglieri concludono ribadendo “l’urgenza di avviare tutte le verifiche e procedure previste dalla normativa in materia di appalti pubblici, e valutare senza indugi l’affidabilità dell’operatore economico, per garantire l’interesse pubblico dell’intera comunità”.