Aeroporto di Grazzanise, Giovanni Bo (Confindustria): “Nel ’92 funzionò, ora diventi terzo scalo civile campano”

di Antonio Taglialatela

La chiusura temporanea dell’aeroporto di Napoli-Capodichino, prevista dal 19 gennaio al 1 marzo 2026 per il rifacimento completo della pista, riaccende i riflettori su una delle infrastrutture più sottoutilizzate del sistema aeroportuale campano: lo scalo di Grazzanise, in provincia di Caserta. Per Giovanni Bo, presidente della Sezione Turismo di Confindustria Caserta, si tratta di un’opportunità “storica”, non solo per rispondere all’emergenza logistica, ma per ridefinire, in chiave strategica e permanente, la mappa della mobilità aerea nel Mezzogiorno.

“Abbiamo davanti un’opportunità storica, non solo per offrire una valida alternativa in caso di chiusure o congestioni del sistema aeroportuale, ma per attivare in modo permanente uno scalo che può servire non solo Terra di Lavoro, ma anche il Basso Lazio, il Molise, il Sannio e l’area a Nord di Napoli”, afferma Bo, ricordando come la struttura sia “già pronta all’uso”, strategicamente posizionata a pochi chilometri dalla linea ferroviaria Roma-Napoli e ben connessa alla rete autostradale.

Il caso non è inedito. Nel novembre del 1992, infatti, l’aeroporto di Grazzanise assunse – dal 2 al 15 del mese – l’intero traffico di Capodichino, durante i lavori di rifacimento del manto della pista partenopea. Un precedente spesso dimenticato, ma significativo. Oggi, con l’evoluzione delle tecnologie e il recente via libera all’uso duale civile-militare concesso dal Ministero della Difesa nell’aprile 2025, lo scalo casertano si propone come una risorsa concreta e già operativa. La pista di circa 3000 metri è da tempo attiva e rappresenta una base tecnica di assoluto rilievo.

La proposta di Giovanni Bo va però ben oltre l’utilizzo temporaneo. “Parliamo di un’infrastruttura pronta, che può attrarre voli charter e low cost, con enormi ricadute positive per il turismo costiero e interno. Ma anche di una piattaforma ideale per lo sviluppo del cargo e dell’export dei prodotti agroalimentari tipici della Terra di Lavoro, dalla mozzarella di bufala campana Dop alle eccellenze ortofrutticole e vinicole. Grazzanise può diventare un vero e proprio moltiplicatore di sviluppo”, sottolinea il presidente di Confindustria Turismo.

Il riferimento è anche al ruolo che la Regione Campania sta costruendo con un sistema aeroportuale integrato: Salerno-Costa d’Amalfi è pronto a svolgere un ruolo di supporto durante la chiusura di Capodichino. Ma per Bo, Grazzanise può e deve aspirare a un ruolo più strutturale, diventando il terzo aeroporto civile della Campania. Una funzione che andrebbe ben oltre il semplice supporto emergenziale: “Serve a decongestionare Capodichino, migliorare l’accessibilità ai territori interni e rafforzare il sistema logistico al servizio delle imprese”.

A distanza di oltre trent’anni, la lezione del 1992 torna dunque d’attualità. Allora, Grazzanise si dimostrò pienamente all’altezza del compito. Oggi, con una nuova cornice normativa e una visione più ampia di sviluppo territoriale, è pronto a spiccare finalmente il volo.

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